LA REGOLAZIONE EMOTIVA
un fondamento del benessere psicofisico nella performance sportiva nella pallavolo giovanile femminile
La centralità degli affetti nella vita di tutti i giorni spesso e sottostimata. L’uomo comune si accorge di essi quando raggiungono un certo livello di intensità, come dire che il flusso “normale“ dei sentimenti non fa storia. Ma è proprio l’opposto per lo studioso del comportamento umano: sono gli effetti, con il loro Compito di metterci in relazione con il mondo interno ed esterno, a fare La nostra storia personale sociale, la nostra personalità, la nostra identità, e costruita sull’esperienze passate e ciascun esperienza assume un peso e una connotazione diversi a seconda di quale emozioni o sentimenti la accompagnano. Le emozioni un tempo ritenuto elemento disorganizzante il comportamento, negli ultimi 100 anni, e in quest’ultimo mezzo secolo in particolare, sono state Ri-considerate sotto una luce diversa: oggi gli studiosi sono consapevoli che tutte le emozioni di per sé hanno una funzione adattiva, sono semmai i loro squilibri (in eccesso o difetto) a creare problemi.si tratta di una prospettiva di analisi del fenomeno ben diversa da quella considerata precedentemente che porta Anche ad un approccio di studio diverso, in quanto a partire dagli anni 60 del novecento le emozioni vengono studiate e non solo nella loro manifestazioni distrofiche ma anche nei casi in cui forniscono una buona relazione con l’ambiente, e quindi come sistema funzionale. Ciascuna emozione in quest’ottica è esprimibile lungo un Continuo di intensità entro il quale è possibile attribuire la disfunzionalità degli eccessi o carenze, ma partiamo dal principio.La regolazione emotiva rappresenta un pilastro fondamentale per il benessere psicofisico degli atleti, influenzando direttamente la performance sportiva e la qualità dell’esperienza formativa. Nella pallavolo giovanile femminile, la gestione delle emozioni diventa cruciale per la costruzione della motivazione, della resilienza e delle competenze relazionali all’interno della squadra. Questo articolo esplora i meccanismi psicologici della regolazione emotiva, le strategie di intervento didattico e i benefici sul piano della performance e dello sviluppo personale, con un approccio psico-pedagogico orientato all’allenamento e alla crescita integrata delle giovani atlete.
1. Introduzione
Lo sport giovanile non è solo un’occasione di apprendimento motorio, ma anche un contesto privilegiato per lo sviluppo socio-emotivo e cognitivo. La pallavolo, disciplina di squadra ad alta intensità relazionale, espone le atlete a situazioni di stress, competizione e pressione sociale che richiedono competenze di regolazione emotiva elevate. La capacità di riconoscere, modulare e utilizzare le emozioni in modo funzionale diventa così un elemento chiave non solo per la performance sportiva, ma anche per il benessere psicofisico generale.
2. Fondamenti teorici della regolazione emotiva
2.1 Definizione e modelli teorici
La regolazione emotiva si riferisce all’insieme dei processi mediante i quali gli individui influenzano quali emozioni provano, quando le provano e come le esprimono. Tra i principali modelli teorici:
- Modello di Gross (1998): James Gross ha sviluppato un modello teorico, noto come modello di processo, che descrive il modo in cui le persone influenzano le emozioni che provano, il momento in cui le vivono e il modo in cui le sperimentano ed esprimono. Secondo questo approccio, la regolazione delle emozioni non è catalogabile in maniera assoluta come “buona” o “cattiva”, ma va valutata in base alla sua adattività rispetto al contesto e agli obiettivi personali. Esistono strategie più o meno efficaci a seconda delle circostanze, e scegliere la tecnica più adeguata può influenzare significativamente il benessere psicologico di un individuo.
- Modello di Lazarus (1991): o più precisamente la sua teoria della valutazione cognitiva(appraisal theory), postula che le emozioni non dipendono solo dall'evento, ma soprattutto da come una persona lo valuta cognitivamente. Questo processo si articola in due fasi principali: l'appraisal primario, la valutazione immediata di un evento come rilevante per il proprio benessere, e l'appraisal secondario, la valutazione delle risorse di coping per affrontare la situazione. Un'ulteriore rivalutazione, chiamata reappraisal, avviene in seguito e adatta la risposta in base al mutato rapporto individuo-ambiente.
- Teoria delle emozioni di Izard (1991): evidenzia il legame tra emozioni di base e sviluppo comportamentale, utile per comprendere la gestione delle emozioni nelle giovani atlete.
2.2 Implicazioni per lo sport giovanile
Le emozioni influenzano direttamente:
- Concentrazione e attenzione
- Coordinazione motoria e reattività
- Motivazione e impegno
- Qualità delle relazioni interpersonali nella squadra
Nella pallavolo giovanile femminile, la gestione della frustrazione dopo un errore, della paura della sconfitta o dell’euforia dopo un punto decisivo può fare la differenza tra una performance ottimale e una disfunzionale.
3. Emozioni e benessere psicofisico
3.1 Benessere psicofisico
Il benessere psicofisico combina il funzionamento mentale, emotivo e fisico. Atlete emotivamente regolamentate:
- Presentano minori livelli di ansia pre-gara
- Recuperano più velocemente dallo stress
- Mostrano maggiore resilienza di fronte agli insuccessi
- Sviluppano un senso di autoefficacia positivo
3.2 Impatto dello stress e dell’ansia da prestazione
L’ansia può essere:
- Funzionale: stimola attenzione, energia e motivazione
- Disfunzionale: genera tensione muscolare, pensieri negativi e cali di performance
La regolazione emotiva permette di trasformare lo stress in energia positiva, favorendo la coerenza psicofisiologica.
4. Strategie di regolazione emotiva in età giovanile
4.1 Tecniche cognitive
- Rivalutazione cognitiva: reinterpretare un errore come opportunità di apprendimento
- Auto-dialogo positivo: rinforzo delle capacità personali e del senso di efficacia
4.2 Tecniche comportamentali
- Respirazione controllata: riduzione della tensione muscolare e del battito cardiaco
- Routine pre-gara: creazione di rituali per stabilizzare l’arousal
4.3 Tecniche relazionali
- Supporto tra compagne: confronto costruttivo e incoraggiamento reciproco
- Gestione dei conflitti: prevenzione di tensioni che possono interferire con la performance
5. Ruolo dell’allenatore nella regolazione emotiva
L’allenatore ha un ruolo psico-pedagogico fondamentale:
- Osservazione emotiva: rilevare segnali di stress o frustrazione nelle giovani atlete
- Mediazione e comunicazione: fornire feedback positivo e supporto motivazionale
- Costruzione di un clima di fiducia: favorire la cooperazione e la coesione del gruppo
Un approccio empatico e attento al benessere emotivo migliora non solo la performance, ma anche la retention e la soddisfazione delle atlete.
6. Laboratori e interventi psico-pedagogici
6.1 Laboratori di consapevolezza emotiva
Attività pratiche per riconoscere e nominare le emozioni, con esercizi di mindfulness e visualizzazione.
6.2 Training di resilienza
Simulazioni di situazioni stressanti (punti decisivi, errori) per allenare la capacità di recupero e gestione della pressione.
6.3 Integrazione con la pratica sportiva
- Sessioni di riflessione post-allenamento
- Discussioni di gruppo sui successi e insuccessi
- Diario emotivo della giovane atleta
7. Benefici sul piano della performance sportiva
Le atlete che apprendono a regolare le emozioni mostrano:
- Miglior controllo durante le partite
- Maggiore coesione e collaborazione di squadra
- Capacità di mantenere la concentrazione nei momenti critici
- Riduzione dei rischi di burnout e abbandono precoce dello sport
8. Sfide e limiti
- Variabilità individuale: ogni atleta ha stili emotivi differenti
- Influenza del contesto familiare e scolastico
- Necessità di formazione specifica per allenatori
- Possibile resistenza delle giovani ad apprendere strategie di autoregolazione se percepite come “noiose” o “non sportive”
9. Implicazioni psico-pedagogiche
- La regolazione emotiva deve essere integrata nella didattica sportiva
- Il focus non è solo sul risultato, ma sulla crescita globale dell’atleta
- Approccio olistico: fisico, cognitivo e emotivo come elementi interconnessi
10. Conclusioni
La regolazione emotiva costituisce un fattore determinante per il benessere psicofisico e la performance nella pallavolo giovanile femminile. Un intervento mirato, che combini strategie cognitive, comportamentali e relazionali, supportato da allenatori preparati in chiave psico-pedagogica, promuove lo sviluppo di atlete resilienti, motivate e capaci di gestire le sfide competitive con equilibrio emotivo. Il benessere psicofisico non è solo un mezzo per ottenere risultati, ma un obiettivo formativo e pedagogico centrale nello sport giovanile.
Stefano Lorusso
Bibliografia
- Gross, J.J. (1998). La regolazione delle emozioni. Milano: Raffaello Cortina.
- Lazarus, R.S. (1991). Psicologia dello stress e coping. Bologna: Il Mulino.
- Izard, C.E. (1991). The Psychology of Emotions. Springer.
- Weinberg, R.S., & Gould, D. (2015). Fondamenti di psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Milano: McGraw-Hill.
- Vealey, R.S. (2007). Mental Skills for Athletes. Champaign, IL: Human Kinetics.
- Papa, F. (2019). Psicopedagogia dello sport giovanile. Roma: Carocci.

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