venerdì 1 maggio 2015



PASSAGGIO DAL MINIVOLLEY
ALL'UNDER 12

IL PALLEGGIO




Un caro saluto agli amici colleghi e simpatizzanti del mio Blog. Vi propongo la seconda lezione che è dedicata al fondamentale di palleggio il video che ho realizzato con le atlete del mio gruppo di età compresa tra i 9 e 10 anni fornisce degli spunti per l'allenamento del palleggio con esercizi in catena didattica sia di appoggio sia di alzata. Come ricordo spesso nei post, Il modello di prestazione tecnica è stato scelto dopo un'attenta valutazione delle caratteristiche che ho osservato sia su atlete di vertice con riferimento alla categoria sia con atlete di alto livello che hanno realizzato un percorso similare. Come potete notare gli elementi fondamentali che caratterizzano questa tecnica sono la parziale distensione delle braccia, con l'uso dominante dell'azione dei polsi, la buona PROPRIOCETTIVITÀ delle meni che io definisco"Prensili". Come sempre questa è una scelta non è l'assoluto. Inoltre all'interno del mio sito all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/home potete trovare un file che riassume alcune parti della lezione trattata. Spero possiate trovare spunto per migliorare le  performance  tecniche delle vostre piccole atlete. Buon lavoro e arrivederci alla prossima lezione. Stefano Lorusso






venerdì 10 aprile 2015

PASSAGGIO DAL MINIVOLLEY ALL’UNDER 12





Il lavoro realizzato in questo video é dedicato particolarmente agli allenatori del settore giovanile, femminile ponendo come obiettivo principale, l'allenamento per la motricitá e l'esecuzione dei fondamentali individuali . All'interno, oltre ad una descrizione sulla tecnica specifica, troverete spunti di riflessione per creare percorsi didattici su base scientifica che potrete utilizzare sia per l'allenamento degli schemi motori di base, le capacità condizionali e coordinative, sia per l'apprendimento dei fondamentali individuali. Inoltre ci sono una serie di lezioni con esercizi a carattere analitico, sintetico e globale.
Osservando le migliori scuole di pallavolo giovanile e ponendole fra le prime nazionali al mondo, Giappone, Brasile, Cina, Russia, l'Italia non può fare altro che migliorare, imparando da queste, il loro livello di gioco e la preparazione fisica e tecnica, aspetti che si influenzano reciprocamente, creando un binomio indivisibile.
Nella pallavolo femminile giovanile Italiana, "tranne pochissime realtà", si evidenzia un decadimento tecnico che sta influenzando nell'ultimo periodo anche la pallavolo maschile. Gli allenatori sono, a mio avviso sempre più alla spasmodica ricerca del raggiungimento assoluto di risultati sportivi che danno prestigio nell'immediato, ma purtroppo, realizzano delle performance finali non apprezzabili nel tempo, soprattutto a livello internazionale. La tendenza generale è di proporre alle giovani atlete troppo superficialmente modelli tecnici non appropriati, utilizzando metodologie di allenamento derivanti da sistemi empirici e poco scientifici.
Nel settore giovanile bisogna aumentare la percentuale, di lavoro da dedicare all'allenamento per la motricitá generale e specifica sia a livello coordinativo sia condizionale con particolare riferimento alla capacità di forza. Per l'allenamento tecnico è importante dedicare un'alta percentuale di  tempo agli esercizi analitici e sintetici, dando meno spazio alle esercitazioni a carattere globale. Le giovani atlete  devono aumentare il loro livello tecnico, obiettivo raggiungibile con l’aumento del numero delle ripetizioni di ogni gesto atletico e tecnico. Le abilità motorie sono azioni intere o parti di esse che si automatizzano con un elevato numero di ripetizioni. Sarà importante, nel tempo creare un giusto transfert tra la corretta esecuzione tecnica analitica e la realtà che si realizza durante la gara. La catena didattica dovrà favorire un feedback tra l'analitico e il gioco.
È noto che l'età in cui le bambine iniziano un'attività agonistica si è notevolmente abbassata. Con  "attività agonistica" intendo un impegno di quattro giorni alla settimana, tre  allenamenti  e una  partita  per un totale di 6 - 8 ore complessive. L'attività di minivolley e promozione sportiva è frequentata perlopiù da una fascia di età compresa tra gli 8 - 9 anni, con un'alta percentuale di bambine tra i 6 - 7 anni per un impegno di circa 2/3 ore alla settimana.Questa "precocità" crea delle problematiche nella programmazione e attuazione di protocolli tecnici e motori specifici per l'età Mcon il rischio di proporre catene didattiche e modelli adattati e non appropriati. L'allenamento sportivo deve avvalersi di sistemi su base scientifica rispettando le tappe di sviluppo psicomotorio proprie di ogni etá. La pallavolo, per la sua specificitá è un gioco sportivo che richiede abilitá coordinative fini e capacità condizionali, con particolare riferimento alla forza, elevate. 
La caratteristica che differenzia questo sport di squadra da altri, è che la palla non può essere fermata. La pallavolo, infatti è definita "sport di rimbalzo". Il fondamentale di bagher è senza dubbio quello che presenta più difficoltà nell'allenamento sia per gli allenatori sia per l'apprendimento delle giovani atlete. Questo lavoro ha l'obiettivo di fornire dei percorsi didattici divisi per lezioni "temi" con varie esercitazioni pratiche La pallavolo, per la sua specificitá è un gioco sportivo che richiede abilitá 

coordinative fini e capacità condizionali, con particolare riferimento alla forza, elevate. La 

caratteristica che differenzia questo sport di squadra da altri, è che la palla non può essere fermata. La pallavolo, infatti è definita "sport di rimbalzo". Il fondamentale di bagher è senza dubbio quello che presenta più difficoltà nell'allenamento sia per gli allenatori sia per l'apprendimento delle giovani atlete. Questo lavoro ha l'obiettivo di fornire dei percorsi didattici divisi per lezioni "temi" con varie esercitazioni pratiche. 



1 LEZIONE

RISCALDAMENTO E MOTRICITÁ.

In questo video potete vedere alcuni esercizi in catena didattica per la fase di riscaldamento e l'attività motoria sia generale sia specifica. Il video è stato realizzato con un gruppo di bambine di 9 anni.  A quest'età non è semplice coniugare l'attività formativa specifica per lo sport in oggetto e l'aspetto ludico. Sarà  la capacità motivazionale e l'organizzazione da parte dell'allenatore, "insegnante" che farà la differenza nella qualità del risultato. Come ho detto precedentemente l'impegno è di tre allenamenti alla settimana di due ore, più la partita di under 12 e i vari circuiti di MINIVOLLEY.. Vi assicuro che non è semplice dopo due ore di allenamento dire alle piccole atlete che l'attività è finita.
Ci vuole molto impegno da parte mia e della mia collega a trasferirle "a volte di peso" dalla palestra allo spogliatoio. Come sappiamo bene noi allenatori purtroppo il tempo è tiranno!
Solitamente durante la fase di riscaldamento, organizzo un gioco dove, oltre all'innalzamento della temperatura corporea sono sollecitati I principali schemi motori di base (correre, lanciare, afferrare, colpire, strisciare) creando all'interno del gioco differenziazioni spaziali (sopra, sotto, dentro, fuori). Il gioco avrà anche la funzione di "scaricare" la tensione accumulata durante le tante ore passate a scuola. 

Primo gioco: fulmine con lo scudo.

Materiale: due coppie di palloni morbidi con colore diverso.
Obiettivi: schemi motori di base, correre, lanciare, afferrare, colpire, strisciare.

Due bambine, con due palloni "ad esempio rossi", dovranno colpire le compagne che si sposteranno all'interno di tutta la superficie di gioco correndo. Altre due bambine avranno due palloni "ad esempio gialli", che avranno la funzione di scudo, e dovranno passarla alle altre compagne che stanno per essere colpite. Chi viene colpito dovrà fermarsi sul posto con le gambe divaricate. Per essere liberate una bambina dovrà passare sotto le gambe della stessa strisciando.

Secondo gioco: mare, montagna, città.

Materiale: spalliere, panche, materassi. 
Obiettivi: S.M.B, correre, saltare. Differenze spaziali dentro, fuori, sopra, sotto. Riscaldamento addominali

Le bambine corrono sparse all'interno della palestra, quando l'insegnante darà "il comando" mare, le bambine dovranno posizionarsi prone a terra, l'ultima arrivata farà 10 addominali, quando l'insegnante dirà montagna le bambine dovranno salire su un punto rialzato rispetto al pavimento, l'ultima arrivata farà 10 addominali. Quando l'insegnante dirà città le bambine si posizioneranno all'interno del cerchio posto al centro della palestra, l'ultima arrivata farà 10 addominali. Quando l'insegnante dirà attenti al lupo lei/lui o una bambina nominata dovrà correre e toccare più bambine possibili, chi sarà presa farà 10 addominali.
Con questo sistema, partendo dagli obiettivi si possono creare numerosi giochi di riscaldamento.

giovedì 5 marzo 2015

LO STRETCHING

La parola "stretching" è un termine che proviene dall'inglese "ti stretchin" che in italiano significa allungamento. È un sistema che consiste nell'allungamento muscolare e nella mobilizzazione delle articolazioni attraverso l'esecuzione di esercizi di stiramento, semplice complessi, allo scopo di mantenere il corpo in un buono stato di forma. Le origini stretching
Sono varie, quello più conosciuto è quello codificato da Bob Henderson. Gli esercizi di stretching sollecitano, come precedentemente descritto l'intervento delle forze elastiche interne al muscolo.
Prenderemo in considerazione due tecniche fondamentali di allungamento, le tecniche statiche e quelle dinamiche

Tecniche statiche
Si pensa, ad una prima analisi, che le metodiche di stretching statico intervengono solamente sul sistema muscolo-tendineo, in realtà si parla di stretching fasciale o connettivale perché queste strutture vengono modificate dall'allungamento. Ricordiamo che il sistema fasciale comprende le aponeurosi, i legamenti il tessuto connettivo presente all'interno del muscolo come fibra collagene e all'esterno come tessuto fasciale di contenimento.
L'allungamento muscolare e influenzato da due principali fattori di esecuzione: l'intensità e il volume o durata. Le deformazioni plastiche del tessuto fasciare si ottengono con una bassa intensità di esecuzione (sotto la soglia del dolore)
Mantenimento abbastanza lungo della posizione (alta data di esecuzione). Inoltre anche la velocità di esibizione importante, infatti un movimento brusco provoca l'attivazione del riflesso miotatico o di stiramento. Questo determina come azione di difesa una contrazione del muscolo e quindi un accorcia e go dello stesso.
La tecnica realizzata da Bob Henderson e la diffusa grazie alla sua relativa facilità di esecuzione. Il segmento corporeo da allungare viene portato lentamente al limite del suo range di movimento, dove si accentua la sensazione di intenzione di allungamento, quest'ultima comunque non dev'essere mai dolorosa.
Questa posizione deve essere mantenuta dai 15 ai 30 secondi e anche di più se le articolazioni interessate sono quelle degli arti inferiori o della colonna vertebrale. Si tratta di una tensione di allungamento detta anche passiva, in quanto la posizione della tensione si raggiungono grazie alle forza di gravità o all'aiuto di un compagno o semplicemente con l'intervento di altri gruppi muscolari.
I miglioramenti con questa tecnica si ottengono perché le strutture muscolari fasciali (connettivali) sono capaci, data la loro plasticità, di adeguarsi alle maggiori richieste di "tensione mento". Se questo aumenta con la pratica degli esercizi di stretching esse si adegueranno allungandosi, se invece diminuirà con l'inattività tenderanno ad accorciarsi.
Un'altra tecnica di allungamento che appartiene allo stretching statico o connettivale è quella definita PNF (Propriocettive Neuromuscolar Facilitation) messa a punto da Kabat.
Viene eseguita una contrazione isometrica submassimale di serio 10 secondi, un rilassamento di 2 o 4 secondi ed infine un allungamento simile alla tensione di sviluppo di Handerson sul muscolo da allungare. Ogni sequenza di contrazione, rilassamento allungamento viene ripetuta tre o quattro volte. Questo metodo si basa sul riflesso miotatico inverso di Sherrington,
secondo il quale gli organi muscolo-tendindi del Golgi, siti all'interno dei tendini, sono sensibili allo stiramento prodotto da una forte contrazione circolare come quelle isometriche questi organi inviano al sistema del ruolo centrale informazioni riguardanti la forza di contrazione muscolare attraverso il nervo sensorio. Se questa contrazione è tanto forte da poter arrecare un danno, il sistema nervoso centrale rinvia un informazione attraverso il nervo motorio, che provoca un rilassamento del minuscolo interessato. Pertanto si parla di riflesso nervoso inibitore (o di inibizione autogena), che faciliterebbe il successivo allungamento muscolare. Questa tecnica di allungamento muscolare necessita tuttavia di una fase preliminare di apprendimento adeguato, prima di poterne ricavarne i 
massimi benefici, può essere consigliabile l'assistenza di un fisioterapista. All'interno del mio sito, "
all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/home Potete trovare le tabelle con i disegni sulla corretta postura per l'esecuzione. Spero come sempre di essere stato utile per migliorare il vostro lavoro in palestra. Buona giornata. Stefano Lorusso.

martedì 3 marzo 2015

L'IMPORTANZA DELLA MOBILITÀ ARTICOLARE 

NEL BAGHER DI RICEZIONE



Per migliorare la tecnica di ricezione, favorendone la precisione e aumentando l'economia del gesto, l'allenatore dovrà inserire nel suo piano di allenamento settimanale gli esercizi di mobilità articolare, perchè il suo carente sviluppo è un fattore limitante per l'apprendimento, il miglioramento e l'economia del gesto tecnico, poichè una scarsa escursione articolare aumenta il dispendio energetico e facilita l'affaticamento. La mobilità articolare è la capacità di compiere gesti con la massima escursione articolare possibile. I fattori che la facilitano oppure la limitano sono di natura anatomica e neurofisiologica regolativa. Anatomicamente sono importanti il tipo e la forma delle superfici articolari, le capacità di estensibilità dei tendini e dei muscoli ed è anche importante sotto il profilo psicomotorio imparare a rilassare la muscolatura. L'allenamento della mobilità articolare ha inoltre come obiettivo quello di mantenere dei rapporti armonici con la forza muscolare. In genere atleti che hanno un livello di forza elevato, possiedono una limitata capacità di mobilità, viceversa, atleti molto flessibili hanno meno forza. Normalmente il livello di mobilità è molto elevato nei giovanissimi e tende, con il passare degli anni, a limitarne i gradi di escursione. A parità di allenamento il calo di rendimento è maggiore nei maschi. Per questo motivo non bisogna mai trascurarla o abbandonarla, bastano anche solo 10/15 minuti per tre volte la settimana per conquistare e conservare un buon stato di funzionalità motoria. 
Nella meccanica del gesto tecnico con riferimento alla Bagher di ricezione si evidenzia l'importanza di una buona mobilità articolare sia a livello della caviglia "articolazione Tibio -Tarsica,(f1) 



.


sia a livello Femoro. - Tibiale e Coxo - Femorale. Per il pallavolista le principali articolazioni da sollecitare sono:
- Articolazione Tibio-Tarsica (articolazione della caviglia)
- Articolazione del Ginocchio
- Articolazione Coxo-Femorale (articolazione dell'anca)
- Articolazioni della Colonna 
- Articolazione scapolo-omerale






E' importante durante gli esercizi di mobilità articolare che l'atleta abbia effettuato un buon riscaldamento e che sia psicologicamente predisposto a rilassarsi, in presenza di rigidità muscolare provocata da affaticamento muscolare o da eccessive situazioni emotive è meglio fare esercizi a bassa intensità. Dopo un bagno caldo di 10 minuti la nostra capacità di mobilità articolare migliora mentre si riduce al mattino appeni svegli, a basse temperature oppure dopo un allenamento molto intenso.
Una buona mobilità articolare è essenziale per migliorare le prestazioni in qualsiasi prestazione atletica.

ESERCIZI PER L'ARTICOLAZIONE TIBIO-TARSICA:

- Flessione plantare del piede (spinta verso il basso della punta del piede)
- Flessione dorsale del piede (tirare la punta del piede verso l'alto)
- Inversione e Eversione del piede (girare il piede all'interno ed all'esterno)
- Circonduzioni del piede
- Rotazione interna ed esterna del piede

ESERCIZI PER L'ARTICOLAZIONE DEL GINOCCHIO:

- Estensione del ginocchio
- Flessione del ginocchio

ESERCIZI PER L'ARTICOLAZIONE COXO-FEMORALE:

- Estensione degli arti inferiori e del busto
- Flessione degli arti inferiori e del busto
- Slanci (estensione + flessione)
- Abduzione (portare l'arto inferiore esternamente)
- Adduzione (portare l'arto inferiore internamente)
- Slanci (abduzione + adduzione)
- Circonduzioni degli arti inferiori, del bacino e del busto



ESERCIZI PER LE ARTICOLAZIONI DELLA COLONNA VERTEBRALE:

- Estensione del busto
- Flessione del busto
- Flessione laterale del busto
- Rotazioni del busto

ESERCIZI PER L'ARTICOLAZIONE SCAPOLO-OMERALE:

- Estensione degli arti superiori
- Flessione degli arti superiori
- Slanci (estensione + flessione)
- Abduzione degli arti superiori
- Adduzione degli arti superiori
- Slanci (abduzione + adduzione)
- Estensione orizzontale degli arti superiori
- Flessione orizzontale degli arti superiori
- Elevazione e abbassamento delle spalle
- Rotazioni delle spalle
- Circonduzioni delle spalle

martedì 11 novembre 2014






ESERCIZI ANALITICI PER MIGLIORARE 

LA TECNICA DI RICEZIONE









Ciao amici, chi frequenta assiduamente il mio blog, sa che cerco di dare consigli, "spero utili", con riferimento alle tematiche sulla preparazione fisica, tecnica e tattica. Oggi propongo all'interno del post una serie di esercizi a carattere analitico per l'allenamento della ricezione.
Soprattutto per le giovani giocatrici il volume di allenamento da dedicare all'allenamento del Bagher di ricezione dev'essere molto alto, sia per la complessità del gesto tecnico sia per le molteplici abilità motorie da sviluppare per questo fondamentale. Non mi dilungo sulla spiegazione della tecnica del bagher di ricezione, perché vi ho già tediato a sufficienza nei post precedenti con minuziosa analisi. Il file lo trovate sul mio sito, all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/homenella cartella tecnica e tattica. A tal proposito vi comunico che sto ultimando un lavoro, che troverete in formato eBook con tutto quello che si può sapere e allenare per la fase "ricezione attacco". Saranno disponibili schede di lavoro con più di sessanta esercizi in forma analitica, sintetica e Globale. A breve vi comunicherò come poter scaricare il file con un minimo compenso. La parte grafica é stata realizzata in collaborazione con l'amico Carlo Brunetti a cui va un affettuosissimo ringraziamento. Vi auguro una felice serata. A presto. Lorusso Stefano.

giovedì 16 ottobre 2014


L'ALLENAMENTO DIVERTENTE

COME ALLENARE E DIVERTIRE UN GIOVANE ATLETA



RELATORE MARCO PAOLINI




Ciao amici oggi vi propongo un post molto interessante, con riferimento all'avviamento alla pallavolo e il minivolley che è il frutto di un corso di aggiornamento tenuto a Novara da Marco Paolini, docente nazionale e responsabile del progetto scuola della federazione italiana pallavolo. A livello maschile è evidente che il numero di bambini e successivamente le squadre partecipanti ai campionati giovanili sono molto scarsi. Questo, sia per le numerose proposte a livello sportivo e aggregativo che la società offre, sia probabilmente per l'incapacità degli istruttori e allenatori di motivare ed entusiasmare I giovani atleti.   Come spesso affermo, gli allenatori dediti all'attività  sportiva soprattutto a livello giovanile non dispongono della giusta preparazione in materia delle scienze motorie e didattica dell'allenamento. Lo stesso deve essere supportato da basi scientifiche, prevedendo una corretta programmazione didattica con esercizi propedeutici per l'attività in oggetto. Nel caso in cui non si disponga di una corretta formazione, come afferma Marco Paolini è meglio proporre dei giochi della tradizione "guardia e ladri, fulmine, ecc.." e in generale fare giocare.
Qui a fianco trovate il link dello stesso corso tenuto nelle Marche.http://www.marchevolley.org/webtv/?p=667  Ho pensato  proporre questo video, senza scrivere un riassunto del corso. Inoltre all'interno del mio sito nella cartella minivolley, "anche qui troverete il link su cui cliccare per poter accedere automaticamente" https://sites.google.com/site/volleyperformance/ 67 giochi propedeutici per l'attività del minivolley. Spero come sempre di esservi stato utile. Vi auguro un buon inizio di campionato e attività. Vi aspetto numerosi sul mio blog. A presto Stefano Lorusso.






lunedì 15 settembre 2014

FIPAV C.R PIEMONTE                                                                                          WORKSCHOP 2014


IL TALENTO NEL VOLLEY



Relatore: Simonetta Avalle 

Lo sviluppo tecnico dell’atleta:
l’individuazione dell’errore nel fondamentale e la sua correzione

È importante nell'atleta aumentare i tempi di concentrazione, attraverso il numero di ripetizioni.
L'attenzione e gli aspetti volitivi sono fondamentali per migliorare sia il livello tecnico individuale sia le performance in partita. Soprattutto nelle giovani atlete questa pressione fisica e mentale non deve pregiudicare la motivazione e il desiderio di allenarsi, correggersi e migliorare il proprio livello tecnico. Il limite dell'allenamento mediante la ripetizioni continua di una o più parti del movimento potrebbe creare monotonia e diminuire l'interesse, favorendo il precoce abbandono di questo gioco sportivo. L'allenatore dovrà essere, oltre che un insegnante un buon motivatore. Il risultato sportivo è sicuramente inscindibile dal miglioramento tecnico individuale. I tre fattori principali che limitano un corretto apprendimento della tecnica si possono riassumere in

Difficoltà nella valutazione spazio - temporale "la relazione che c'è tra il corpo lo spazio e la palla" 

La coordinazione tra gli arti inferiori e superiori e la capacità di differenziazione dei movimenti

Gli aspetti condizionali con particolare riferimento alla capacità di forza.


I modelli di prestazione tecnica, con riferimento ai fondamentali individuali sono diversi e ogni allenatore propone secondo le proprie conoscenze e convinzioni un modello in parte, o del tutto differente.
Per quanto riguarda il fondamentale di palleggio è di tendenza, a mio avviso far trattenere troppo la palla nelle mani limitando di molto la velocità di uscita dell'attrezzo. Il transfert "tra la palla tenuta" e il palleggio di appoggio o alzata nel gioco, non è immediato. Il rischio è di creare schemi motori di difficile trasformazione. Le esercitazioni per i fondamentali dovranno prevedere allenamenti analitici, "ad esempio contro il muro" o a coppie per favorire la capacità di gestione e la sensibilità nel controllo della palla. Ricordo inoltre che la traiettoria di arrivo della palla e il punto in cui le nostre atlete dovranno indirizzarla durante il gioco e differente dagli esercizi a coppie, dove la traiettorie è sempre frontale.
Molteplici sono gli esercizi per la correzione dei fondamentali e come dicevo in precedenza bisogna aver chiaro il modello di prestazione che si vuole dare con riferimento al fondamentale individuale. Analizzare la meccanica corretta del movimento e intervenire sulla catena cinetica che compone lo stesso. È chiaro che la pallavolo essendo uno sport di situazione altamente qualitativo sotto il profilo motorio necessità di una progressione didattica che comprenda sia la fase analitica e principalmente sintetica collegando parti del gioco come ad esempio la battuta alla ricezione.

domenica 10 agosto 2014



AFFINARE LE CAPACITÀ E MIGLIORARE LA PERFORMANCE


Ciao amici, chi frequenta assiduamente il mio blog, sa che oltre alle tematiche sulla preparazione fisica, tecnica e tattica, propongo all'interno dei post alcune ricerche dei più famosi studiosi con riferimento alla psicologia, al coaching e altre discipline umanistiche che possono migliorare le nostre abilità di coach.
Soprattutto per le giovani giocatrici la variabilità  di umore equivale alla variabilità di prestazione.  Secondo uno studio condotto nel 1999 su delle matricole dell’Università della California (“From Thought to Action: Effects of Process-Versus Outcome-Based Mental Simulations on Performance“), le tecniche di visualizzazione sono effettivamente efficaci, ma non tutte le visualizzazioni funzionano… anzi: visualizzare nel modo sbagliato potrebbe essere addirittura controproducente. Il file che  trovate sul mio sito, all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/homenella cartella Mental Training spiega alcuni semplici esercizi di visualizzazione che potranno essere utili come strumento di ricerca per un nuovo approccio metodologico. Buona visione e felice estate. Lorusso Stefano.




La motivazione all'azione nasce dal piacere intrinseco, fine a se stesso, che si prova proprio nello svolgere quella determinata attività. Più aumenta lo stato di benessere psico - fisico più aumenta le possibilità di migliorare e andare
oltre le proprie capacità