ESERCIZI A PUNTEGGIO SPECIALE 



 


            
Le indicazioni date dal centro di qualificazione Nazionale, per i processi di formazione in ambito didattico per l’allenamento della pallavolo, mettono al centro il gioco, come elemento essenziale, ma non esclusivo per l’apprendimento tecnico. Questo principio metodologico è  spesso tema di discussione tra tecnici e maestri dello sport, che si dividono, per utilizzare un eufemismo tra “progressisti e conservatori”. Uno degli spot che evidenziano questo pensiero è per l’appunto “metti in gioco il tuo talento”. A mio avviso l’equilibrio, come in tutte le situazioni fa la differenza. I “vecchi” protocolli di allenamento suddividevano le esercitazioni in modo specifico in, analitico, sintetico e globale, dove “l’ultimo” anello della catena didattica prevedeva la classica partitella e con l’avvento della filosofia americana, esercizi così detti a punteggio speciale. Si è notato, attraverso studi scientifici che questa suddivisione didattica, così rigida aveva un feedback lento che poco rispettava la prerogativa essenziale del gioco, ovvero la situazionalità. È chiaro, che non è possibile risolvere ogni problematica tecnica con il gioco. Ogni giocatore, e ancor più bambini e adolescenti hanno caratteristiche “ per utilizzare un termine caro al metodo ecologico dei vincoli” interni, aspetto antropometrico, morfologico, coordinativo e condizionale che necessitano un percorso formativo personalizzato. Per tornare sull’argomento “gioco” è possibile, con i dovuti accorgimenti dare più spazio, utilizzando modi e tempi consoni al livello tecnico degli allievi o giocatori. È chiaro e lo sottolineo che se non si possiede un minimo di controllo della palla sarà difficile che con il gioco, anche a campo ridotto dia dei risultati accettabili. La pallavolo è uno sport di rimbalzo “la palla non può essere fermata” e con questo esprimo il mio totale disappunto ad esercizi o fasi di gioco dove la palla si può fermare, a patto che non si tratti di bambini del primo ciclo della scuola elementare. Ma a questo punto parliamo di gioco sport e non di pallavolo. Personalmente penso che il primo elemento tecnico da sviluppare, in percentuale maggiore, anche a livello analitico, soprattutto nelle prime fasi di apprendimento è il palleggio. Con questa tecnica si possono realizzare spostamenti specifici comportamenti tattici, tattiche di gioco e molteplici esercizi. Il secondo elemento è la rincorsa di attacco, “rincorsa e palleggio in salto nel gioco. Chiaro che con il progressivo aumento della forza a livello degli arti inferiori sia con esercitazioni dinamiche sia isometriche, il bagher è da allenare “in tutte le prospettive ”. Per noi che incominciamo ad avere qualche anno di esperienza, figli di una pallavolo fine anno 80/90 dove il fascino della pallavolo che arrivava dall’Oriente sia con le serie televisive sia con maestri che hanno fatto propria e tramandato, in quegl’anni questa filosofia, siamo orientati a ripetizioni infinite di bagher dove l’aspetto, definirei coreografico dell’esercizio, “proprio della filosofia Giapponese” diventa parte fondamentale dello stesso. Comunque a parte ogni discorso, la tecnica è fondamentale! È i Giapponesi nella loro unicità sono dei maestri.

         GLI ESERCIZI A PUNTEGGI SONO VANTAGGIOSI PERCHÈ

A.Permettono di sviluppare le azioni di gioco rispettando le fasi e la sua cronologia

B.Il gioco migliora l’agonismo

C.Aumenta il ritmo di gioco

D.Permette di verificare l'efficacia delle nostre capacità tecniche, il comportamento tattico dei singoli atleti e l’efficacia dei nostri sistemi di gioco


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Stefano Lorusso

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