ELEMENTI DI DIDATTICA DEI 

GIOCHI SPORTIVI

L’ALLIEVO E LA PALLA


Andrea Ceciliani, Facoltà di scienze motorie,
- Università degli Studi, Bologna





Gli aspetti tecnico-tattici legati al rapporto con l’attrezzo
 palla nei giochi sportivi


Si analizzano gli aspetti tecnico tattici relativi al rapporto con l’attrezzo palla nei giochi sportivi. L’azione sulla palla, l’azione della palla, vengono collegate ai meccanismi mentali e alla possibilità di controllare lo spazio agendo sull’attrezzo di gioco. L’analisi si sposta, più nel dettaglio, sulle traiettorie della palla e sull’impulso di forza con cui l’atleta può controllarla, in relazione alla situazione contingente. L’azione sulla palla viene poi identificata nella tecnica di passaggio e di tiro, come elementi di con-trollo sull’attrezzo, e nella ricezione come elemento di reazione all’attrezzo. Segue una dettagliata esposizione didattica che evidenzia gli elementi fondamentali per la costruzione di opportuni programmi di allenamento. Infine, un’ipotesi di allenamento trasversale esemplifica, indipendentemente dalla specialità sportiva cui ci si riferisce, un percorso educativo tendente ad allenare gli elementi trattati nell’articolo.

1. Introduzione: la palla, grande amica del gioco

La palla è un passatempo economico e semplice, non richiede grandi attrezzature: è sufficiente l’attrezzo stesso e avere piccoli ritagli di tempo libero. Può essere divertente e piacevole anche nell’uso individuale, cioè nel giocare da soli o magari con un compagno passivo come la parete di un muro. L’esercizio che ne deriva è completo, coinvolge tutte le parti del corpo e il suo ritmo può essere variato, a piacimento dei giocatori, con accelerazioni e decelerazioni. Chiunque giochi con la palla può control-lare l’intensità dell’impegno fisico come vuole: passare gradatamente da un’azione lenta e tranquilla  ad una veloce e vigoro-sa, come si desidera e come il corpo può sopportare. Sia da soli che con pochi compagni, a partire dalla coppia, la palla permette di rea-lizzare una molteplicità di giochi e svaghi tali da riempire interi pomeriggi. Le qualità della palla sono riassumibili in:
  • grande duttilità di utilizzo con elevato gradiente motivazionale, graduabile nel-l’intensità con cui manipolarla e utilizzarla;

  • grande dinamicità in relazione agli svariati modi con cui può essere usata nel-l’atto di lanciare, passare, tirare, afferrare, calciare, palleggiare;

  • linguaggio non verbale tra giocatori (il passaggio). Passarsi la palla è una forma di comunicazione che presenta elementi molto simili a quelli della comunicazione verbale. È necessaria la presenza di un emittente (colui che ha la palla), di un ricevente (colui che è in attesa della palla), di un canale (modalità di utilizzo), di una codifica (capire come lanciare la palla), di una decodifica (comprendere come afferrare la palla), di un certo spazio da superare (distanza variabile tra ricevente ed emittente). Tutto ciò com-porta una serie di azioni importanti, quali: porre attenzione agli altri, porre attenzione all’attrezzo, osservare la traiettoria dell’attrezzo, comprendere come l’attrezzo viene lanciato per poterlo afferrare, comprendere come lanciarlo perché giunga a destinazione, analizzare la situazione per poter effettuare il lancio più opportuno. È una vera e propria rete di interrelazioni che collega tra loro i giocatori;

  • produzione di divertimento già nell’uso individuale o di coppia (in due si posso-no già fare gare di tiro su bersagli fissi o mobili). La palla consente la possibilità di creare un effetto lontano da sé e dalla propria azione. Infatti, potendo essere scagliata lontano dal proprio corpo, permette di estendere gli effetti della propria azione lontano da sé, creando sensazioni di potenza ed efficacia che appagano e soddisfano. Colpire un oggetto, fisso o mobile, posto lontano da noi è un gesto altamente gratificante tanto è vero che i giochi di mira sono tra i più praticati in tutte le età dell’uomo. Ma anche riuscire a far giungere la palla a un compagno lontano o, viceversa, afferrare una palla proveniente da lontano, può creare gli stessi effetti gratificanti (pensare alle ricezioni spettacolari del baseball o del football americano). 
L’attrezzo consente, nelle dimensioni tecniche previste dal regolamento di gioco, di avere lo spazio a portata di mano, cioè di poter trasferire gli effetti della nostra azione in qualsiasi parte del campo tramite un lancio o un passaggio1. È un aspetto molto impor-tante che diventa funzionale nel momento in cui il ragazzo comincia ad utilizzare il pensiero astratto, quando inizia a costruire l’azione mentale distaccata dalla situazione concreta. Ciò gli consente di immedesimarsi nella situazione di compagni lontani, in altre zone del campo, e anticipare i loro possibili comportamenti. L’anticipazione è possibile proprio perché, immedesimandosi in altre situazioni, i ragazzi sono in grado di immaginare cosa farebbero se fossero dove non sono attualmente. Ciò apre il discorso tattico ad ampio raggio e consente di giungere alla completezza del comportamento strategico, quello cioè che contempla l’agire di tutta la squadra in tutte le zone del campo (tattica collettiva di difesa o di attacco e sua trasformazione. Tale consapevolezza, quella cioè di avere tutto lo spazio a portata di mano, con-sente al giocatore di ragionare in termini globali di gioco e, quindi, non solo sul concreto che si manifesta attorno a lui. Nel momento in cui il giocatore com-prende che può trasferire l’azione vera e propria in tutte le zone del campo, stabilisce un rapporto tattico completo con tutti i suoi compagni di gioco e, ovvia-mente, con i suoi avversari.
  • La palla può assecondare la velocità del pensiero e permettere di raggiungere obiettivi parziali di gioco che non potrebbero essere raggiunti se, invece di far viaggiare la palla da un giocatore all’altro, fosse il giocatore stesso a spostarsi con la palla.

  • Coinvolge l’intera persona, mette alla prova gli aspetti cognitivi del movimento, richiede un grosso impegno nervoso e un gesto fortemente dipendente dall’azione mentale. Impegna abilità motorie complesse, come la coordinazione oculo-manuale, che collegano diverse funzioni: analizzare la traiettoria della palla, valutare l’orientamento del corpo rispetto ad essa, valutare la posizione dei segmenti corporei, decidere quale movimento è più opportuno fare per sincronizzare il corpo con l’arrivo della palla, decidere quale tipo di presa effettuare per poterla afferrare, lanciare o tirare. La palla non trova il ludico nel gioco sportivo, piuttosto è il contrario, essa precede la codificazione moderna di sport e si colloca su un gradino più alto perché vicino alle necessità dell’uomo.

Il ludico è insito nella palla. Il gioco sportivo si avvale della palla per aumentare il suo contenuto ludico, mentre la palla può fare a meno del gioco sportivo. 

2. Le traiettorie e l’impulso di forza

L’utilizzo della palla consente l’apprendi-mento delle abilità di lancio e presa e di strutturazione spazio–temporale riferita alla percezione delle traiettorie e al con-trollo dell’impulso di forza. Lanciare e afferrare sono di grande importanza per lo sviluppo motorio del bambino e per l’apprendimento dei giochi sportivi, ma soprattutto per la stimolazione della coordinazione oculo-manuale e delle qualità neuro psichiche ad essa collegate: apprezzamento delle distanze, rapporto tra peso e distanza, tra peso ed energia, precisione. I prerequisiti fondamentali per il trattamento della palla sono:
  • la presa: uno dei primi schemi motori di base con cui il bambino, anche piccolo, interagisce con l’ambiente che lo circonda;

  • la manipolazione: trattamento della palla per sensibilizzare il soggetto ad afferrare e manipolare palle di vario tipo per grandezza, peso e forme.

Successivamente, o contestualmente a tale attività propedeutica, si innesta il lancia-re/ricevere che rappresentano l’abilità complessa in cui entrano in gioco i concetti di: 
  • impulso di forza o forza esercitata sulla palla nell’atto di allontanarla da sé;

  • traiettoria della palla o direzione impressa alla stessa.

I due concetti sono intimamente correlati perché si esprimono entrambi nel lanciare e, indirettamente, nel ricevere la palla. Infatti il lanciare può esprimersi in due manifestazioni preponderanti:

Lancio inteso come passaggio: in tale caso è necessario inviare la palla ad un compagno. In tale situazione è necessario percepire la distanza dal compagno e scegliere una traiettoria che, combinata con la giusta forza da imprimere alla palla (impulso di forza), consenta all’attrezzo di giungere a destinazione. Chiaramente se la linea di passaggio tra il passatore e il ricevitore è libera, cioè non vi sono interferenze di nessun genere, passare la palla risulta facile. Viene utilizzata una traiettoria diretta (linea spaziale più breve e lineare che collega i due soggetti) che esprime coincidenza tra ciò che percepisce l’occhio e la distanza reale che deve compiere la palla. L’impulso di forza, in tale situazione, può causare errori solo nel caso di un suo difetto: infatti un eccesso di impulso di forza consentirebbe comunque alla palla di giungere a destinazione, casomai potrebbe creare problemi di ricezione al compagno (palla che giunge troppo forte). Invece, un impulso di forza debole non farebbe giungere la palla a destinazione. Nel caso della traiettoria diretta, per la sua semplicità percettiva,  i margini di errore sono relativi alla gestione dell’impulso di forza e, in tono minore, alla direzione data alla palla. Diversa è la situazione se tra il passatore e il ricevitore è interposto un ostacolo che non permette il passaggio con traiettoria diretta. In tale caso è necessario utilizzare:
  • traiettoria rimbalzata, possibile solo se il compagno non è troppo lontano;

  • traiettoria balistica.

In entrambe le scelte la percezione diventa più complessa così come la gestione del-l’impulso di forza. Il perché si spiega nel fatto che, tramite queste due traiettorie, ciò che vede l’occhio (distanza reale tra passatore e ricevitore) non coincide più con il percorso e la distanza reale che la palla compirà (distanza maggiore). La traiettoria balistica vede aggravare la situazione per il fatto che, essendo semi-circolare, non è facilmente percepibile e da adito a molti errori prima di essere consolidata dall’esperienza. In quest’ultima situazione si impegna al massimo la coordinazione oculo-manuale cioè: percezione della distanza e impulso di forza da applicare alla palla. A complicare ulteriormente la situazione appena illustrata interviene la grande dinamicità in cui i giochi si sviluppano, infatti il lanciare e l’afferrare possono essere eseguiti: da fermi, in movimento, in avrà, presumibilmente, quando gli giungerà la palla. Quindi, in tale situazione bisogna passare in uno spazio più avanzato, rispetto alla posizione del ricevitore che sta avan-zando perché, in caso contrario, la palla giungerebbe in una zona arretrata rispetto alla posizione successiva del compagno. Tale aspetto va educato e reso cosciente negli allievi perché è molto importante per l’abilità di passaggio e ricezione.


Lancio inteso come tiro: in tale caso l’impulso di forza e la traiettoria della palla variano al variare del gioco praticato: sport in cui è prevista la presenza di un bersaglio mobile (porta difesa da un portiere come nel calcio, nella pallamano, nella pallanuoto): in tale caso il tiro è generalmente abbastanza forte con traiettorie dirette e angolate per supera-re il portiere. Ciò non esclude che in talune circostanze (portiere fuori dalla porta) non si possa tirare anche con

 
La ricezione: non meno importante appare la percezione delle traiettorie della palla quando è il momento di afferrarla. È una delle abilità più importanti nei giochi con la palla perché consente al giocatore di anticipare l’arrivo dell’attrezzo e potersi spostare in anticipo per trovarsi all’appuntamento con esso. In taluni sport, come la pallavolo, è fondamentale per la riuscita del gioco. Il concetto di impulso di forza è importante anche nella ricezione. In tal caso la questione riguarda lo spostamento del corpo in relazione all’arrivo della palla: imprimere maggiore velocità alle braccia o alle gambe, necessità di spostarsi o saltare per poter afferrare una palla che non è giunta con grande precisione (troppo corta o lunga, troppo alta o bassa, troppo a destra o a sinistra). Si comprende come la ricezione non sia un elemento secondario. Anzi se il compagno sbaglia a lanciare si può correggere tale errore proprio con uno spostamento o movimento che consenta di afferrare la palla. La ricezione va educata e stimolata con grande attenzione e cura dando per scontato, in precedenza, un buon lavoro sulla presa della palla. 
Da quanto appena detto si può giungere, sempre in modo generale e mai definitivo, ad alcune deduzioni:
  • le traiettorie della palla possono essere fondamentalmente di tre tipi: dirette, spezzate o rimbalzate, balistiche o semicircolari. La loro percezione corretta è importante per consentire gli opportuni aggiustamenti spazio temporali sia nel movimento corporeo globale sia in quello parziale. Dover ricevere una palla lanciata con traiettoria balistica eccessiva richiede la capacità di: percepire l’eccesso di traiettoria, anticipare dove giungerà la palla, eseguire movimenti di aggiustamento totali (spostamento/salto) o parziali (movimenti del busto e degli arti superiori) per poterla afferrare.  Nello stesso tempo, se si deve passare la palla a un compagno, è necessario percepire la distanza di separazione e la traiettoria più opportuna per lanciare la palla;

  • l’impulso di forza consiste di due manifestazioni principali:

  • aggiustamento predittivo quando l’impulso di forza è relativo al passaggio della palla a un compagno o contro un bersaglio;

  • aggiustamento reattivo quando riguarda accelerazioni o movimenti reattivi tendenti a favorire la ricezione della palla.













3. Indicazioni didattiche
  • Sin dai primi mesi di vita, il bambino esercita la prensione o atto dell’afferrare, come movimento riflesso palmare. Con la crescita l’atto diviene cosciente e volontario.

  • L’afferrare e il lanciare sono schemi motori che si sviluppano con l’incremento dei processi coordinativi generali, legati in particolare al rapporto tra campo visivo e motricità delle mani.

  • I contenuti didattici tendenti a migliorare l’abilità di trattamento della palla, ancor prima della loro specificità sportiva, devono assicurare un’ampia esperienza multilaterale che consenta all’allievo di sperimentare, sia individualmente sia in collaborazione con gli altri, molteplici situazioni di gestione spaziale e temporale dell’attrezzo.

  • È necessario sempre caratterizzare e diversificare gli esercizi in relazione alla combinazione dei parametri tecnici riferibili a: traiettoria della palla e impulso di forza da applicare.

  • Le esercitazioni devono partire da un intervento individuale che, per libera esplorazione, consenta al bambino di maturare il maggior numero di esperienze con l’oggetto palla.

  • Successivamente, l’introduzione di uno o più partner può consentire di esperire la presa in forme ludiche più complesse.

  • Le attività possono comprendere un’infinità di situazioni: giochi o attività di trasporto, dove i bambini afferrano e spostano palle di diverse dimensioni in zone diverse del campo da gioco (percorsi, staffette, giochi a squadra); giochi individuali con la palla (afferrare palle che vengono lanciate in aria e riprese, rotolate e riprese, lanciate contro la parete e riprese); staffette a squadre in cui l’elemento fondamentale è la presa della palla di mano in mano (la catena, passa palla in circolo); giochi di movimento in cui ci si debba passare la palla da uno all’altro senza lancio (esclusione della fase aerea); giochi di opposizione a coppie (tirare e spingere);

  • Tutte le attività devono consentire al bambino di sviluppare una buona sensi-bilità nel contatto trattenente con la palla affinché, nelle fasi successive, sia più semplice l’apprendimento del lancio e della ricezione. 

  • L’abilità di presa potrà essere considera-ta raggiunta in relazione al livello di sicurezza ed efficacia con cui il bambino sarà in grado di mantenere il controllo sulla palla (palla tenuta) in svariate situazioni motorie: correndo, saltando, realizzando un percorso. La presa, data la sua relativa facilità esecutiva, può prevedere l’uso  variato degli arti superiori  (afferrare con due mani, afferrare con una mano a scelta, sia la destra che la sinistra) stimolando così la coscienza/coscienza del corpo: lateralità e bilateralità. Le forme di esercitazione  possono essere ricondotte a due grandi forme applicative: la manipolazione della palla e il lancio-ricezione.
  • La manipolazione della palla è utile per sensibilizzare il bambino alla presa tra-mite le caratteristiche di: forma, peso, dimensioni, consistenza dell’attrezzo. La tipologia degli esercizi può ricondursi alle seguenti situazioni: passaggi da una mano all’altra, lanci da una mano all’al-tra, lanci in alto e ripresa (ad altezze variabili), rotolamenti a terra, lanci e riprese alla parete. 
  • Le variabili possono essere ricondotte alle seguenti esecuzioni: statica (da fermi), dinamica (in movimento), combi-nata all’esecuzione di un percorso, lanci e riprese effettuati con una o con entrambe le mani, esecuzione di altri movimenti durante la fase aerea della palla (battute delle mani, giri su se stessi, piegamenti sulle gambe), uso di palle diverse per forma, dimensioni e consistenza.
  • Le forme ludiche, relative ad un impegno individuale anche se organizzate a squadre, possono ricondursi a giochi tipo: tiro su bersagli fissi (Bowling) tiri su bersagli mobili (palla rilanciata, palla prigioniera, palla tra due fuochi10, lanci e riprese alla parete (gioco dei dieci fratelli).

  • La seconda forma, la più attraente, è costituita dal lancio/ricezione della palla. Le attività relative a questa abilità affinano e sensibilizzano qualità neuro-psichiche (senso della distanza, precisione, senso del proprio movimento e di quello altrui) che concorrono all’acquisizione di programmi motori globali, par-tendo dai più semplici, fino ad arrivare all’espressione del gesto sportivo. Rispetto al livello della manipolazione, dove in forma individuale venivano già eseguiti dei lanci e dei tiri, ora si aggiunge il dialogo (passaggio) con uno o più partner. Ora la palla ha un referente esterno, deve giungere ad un compagno, deve consentire la presa a un altro soggetto. Il passare la palla (lancio inviato ad altri) comporta una gestione motoria coordinata e fine, sia per precisione sia per fluidità, e dipende sia dalla capacità di posizionamento nello spazio che da quella di anticipazione nel tempo. L’azione può essere eseguita da fermi e in movimento, in forma simmetrica e asimmetrica, in forma stabile e instabile combinando movimenti di tutto il corpo come il passare o ricevere in salto. Il lavoro e il gioco a coppie, in tale fase, è fondamentale. La necessità di rappor-tarsi ad altri, per realizzare il passaggio, non deve essere troppo complessa, deve avere pochi riferimenti e deve garantire l’esercizio delle capacità percettive e adattive in forma semplice e chiara. Passare subito ad attività complesse di gruppo può creare confusione, per la presenza di troppi stimoli, mentre il lavoro a coppie, per l’unicità del rappor-to con un solo partner, può garantire un’applicazione semplice ed efficace. La tipologia delle attività deve essere variabile e composta da esercizi e giochi a coppie su: 

  • lanci di precisione: verso punti o zone delimitate, tentando di centrare uno scatolone da varie distanze, tentando di centrare un cerchio tenuto verticalmente, cercando di colpire bersagli;

  • passaggi variati: vicino–lontano, in spostamento simultaneo con un compagno, usando traiettorie diverse (dirette, balistiche, spezzate), frontali – laterali – dorsali.

La variabilità degli esercizi può essere realizzata attraverso l’uso di palle diverse per dimensioni, forme e peso, creando situazioni di contrasto per il controllo dell’impulso di forza (da vicino a lontano e viceversa), oppure, senza variare le distanze, utilizzando in alternanza palle leggere e pesanti. Le esercitazioni ludiche a coppie o a squadra (sempre però con intervento a coppie), possono realizzarsi con giochi specifici per il controllo del passaggio: il gambero, la regina o il re, la battaglia navale. Infine è possibile ricorrere, quando i bambini hanno maturato un sufficiente controllo del passaggio-ricezione, all’applicazione nei giochi di movimento a squadre. Tali attività presentano già, pur nella loro semplicità regolamentare e tecnica, la complessità percettiva dei giochi sportivi: più giocatori compresenti in campo, grande dinamicità della situazione, più soluzioni possibili per risolvere il compito motorio, necessità di anticipare le azioni di gioco, collaborazione più determinante tra i partner. 

Il gioco dei passaggi:

è la diretta e progressiva conseguenza del lavoro indicato in precedenza; i com-piti richiesti sono semplici e riferibili a: ricevere, lanciare, muoversi nello spazio per poter ricevere la palla, muoversi nello spazio per poter intercettare la palla, utilizzare traiettorie diversificate per eludere gli interventi degli avversari, utilizzare impulsi di forza diversificati per passaggi anche molto lontani. Siamo in una situazione semplice, ma che richiede le stesse capacità di analisi di un gioco sportivo: posizione dei compagni, posizione degli avversari, possibilità di passaggio, ipotesi mentale delle possibili soluzioni, decisione sulla soluzione. La semplicità del gioco è determinata dal fatto che non esiste un obiettivo specifico cui orientarsi (porta o canestro da raggiungere), ma l’unico obiettivo, realizzabile in tutto lo spazio disponibile senza orientamento vincolato, è quello di effettuare dei passaggi completi (effi-caci nei parametri di traiettoria e impul-so di forza) con i compagni. Quindi, liberi da vincoli tattici di avvicinamento ad aree o linee prestabilite, è possibile realizzare una grande quantità di esperienze, alla portata di tutti, sulla tattica elementare e trasversale di gioco sportivo.

La palla avvelenata:

ha caratteristiche simili a quelle del gioco precedente: non vi sono obiettivi specifici da raggiungere (porte o canestri), è possibile muoversi liberamente in tutto lo spazio disponibile, si basa su abilità elementari come il passaggio/ricezione. Introduce però una serie di elementi nuovi e molto importanti:
  • il passaggio/ricezione, che nel gioco precedente era la base tattica di tutta l’azione, ora diventa strumentale ad un altro obiettivo determinante: colpi-re l’avversario con un tiro. Quindi viene introdotto un altro elemento importante dei giochi sportivi: il tiro e l’abilità richiesta nella sua esecuzione, cioè la precisione;

  • il fatto che si può essere colpiti intro-duce nuovi elementi tattici molto importanti che si evidenziano nelle seguenti azioni: cercare sempre, se possibile, una posizione spaziale lon-tana dall’avversario possessore di palla (diminuire i rischi di essere colpiti); qualora l’avversario possessore di palla sia vicino è necessario eseguire delle finte per schivare il tiro o indurlo in errore (abilità di finta);

  • il fatto che si debba colpire induce anticipazioni e collaborazioni di squadra tatticamente rilevanti: i giocatori in possesso di palla devono muoversi nello spazio, cercando di ingabbiare gli avversari avvicinandosi a loro, e riceve-re la palla in condizioni utili per poterli colpire. Ora lo spostamento nello spa-zio è fortemente condizionato dal movimento degli avversari. Le doti attentive devono poi discernere gli avversari da colpire da quelli già colpiti e dirigere l’azione solo sui primi. Gran-de importanza assumono i giocatori che non hanno la palla perché sono i soli che si possono muovere liberamente (il possessore di palla, infatti, può solo compiere tre passi e poi deve arre-starsi);

  • il fatto che, anche se colpiti, non si venga eliminati dal gioco induce un nuovo ruolo nei cosiddetti morti. Infatti chi è colpito continua a gioca-re, l’inconveniente è che non porta punti alla sua squadra. Però il morto può svolgere un ruolo importantissimo in quanto può difendere i suoi compagni non colpiti interponendosi, quando è possibile, tra essi e la palla avversaria (concetto tattico di difesa che un domani diventerà: posizionarsi tra avversario e porta, o tra avversario e canestro). La palla avvelenata rappresenta quel gruppo di giochi che può, in un percorso didattico graduale, posizionarsi subito dopo giochi simili al gioco dei passaggi. 

Il passaggio successivo riguarda l’introduzione nei giochi di movimento di obiettivi determinati e orientati come la porta, la linea di meta, il canestro. In tali situazioni non v’è più libertà di movimento assoluta, come nei giochi visti sopra, ma è necessario avvicinarsi all’obiettivo prestabilito per poter realizzare lo scopo del gioco.

3. Conclusioni

Gli aspetti relativi alle competenze (abilità motorie specifiche) nel trattamento della palla, nei giochi sportivi, non evolvono naturalmente con il solo esercizio, ma vanno stimolate adeguatamente e con precisione per sviluppare tutti i requisiti cognitivi che sottendono la loro efficace manifestazione. Le indicazioni date in questa trattazione, vogliono rappresentare un contributo, ritagliato su alcuni aspetti specifici e trasversali ai tanti articoli generali, sugli aspetti cognitivi nella tattica dei giochi sportivi. Non si è voluto approfondire un determinato ambito disciplinare, che richiederebbe competenze specifiche da parte del lettore, proprio per permettere a tutti, in modo generale, di intervenire sul discorso per ampliare il bagaglio di scambi d’esperienze sull’argomento. In particolare, l’uso della palla, con tutti gli aspetti che ne derivano, è un ambito affascinante, e molto aperto a contributi diversi, che possono rendere sempre più completo l’argomento e utilizzabile la sua applicazione pratica. L’idea non era quella di fornire un eserciziario, ma di specificare il perché di certe riflessioni didattiche capaci di aiutare le costruzione di contenuti (esercizi ed esercitazioni) idonei a migliorare il controllo e il dominio sulla palla in tutte le caratteristiche (traiettorie, impulso di forza, distanze, forme e dimensioni) che la rendono attrezzo affascinante e fondamentale nella maggior parte dei giochi sportivi.

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