domenica 3 marzo 2024

 

L’ALLENAMENTO DELLA RICEZIONE DEL SERVIZIO


NON È L’ESERCIZIO SCELTO A DETERMINARE UNA DIDATTICA EFFICACE MA BENSI LE INDICAZIONI FORNITE DALL’ALLENATORE 
NELLA CONDUZIONE E GESTIONE DEL LAVORO




Marco Mencarelli Direttore tecnico settore giovanile FIPAV





Il tema della ricezione del servizio, in tutti i contesti giovanili femminili più qualificati della pallavolo femminile italiana, è percepito come elemento essenziale del sistema di allenamento. La ricezione del servizio resta un contenuto dell’allenamento pallavolistico variamente interpretato dagli allenatori, anche se tutti, compresi i coach che operano in squadre di alto livello seniores, ne riconoscono l’importanza e la centralità. Pur riconoscendo significative differenze interpretative tra contesto seniores e contesto giovanile, l’allenamento della ricezione  percorre linee di sviluppo, oltreché contestualizzate all’azione di cambio palla, anche differenziate in forme più sintetiche e analitiche di esercizio. Alla luce delle suddette considerazioni, l’apprendimento metodologico dell’allenamento della ricezione, della sua collocazione nel sistema generale di allenamento collettivo, delle forme di esercizio che vengono utilizzate per garantire un’evoluzione prestativa specifica, sono aspetti molto dibattuti nei contesti di più elevata e qualificazione giovanile femminile. 

L’allenamento della ricezione è un contenuto costante del sistema di allenamento pallavolistico

La prassi più efficace e diffusa suggerisce la necessità di pianificare una stimolazione costante delle abilità in ricezione: la presenza di esercizi che richiamino la ricezione del servizio costituisce il tema permanente del sistema di allenamento e nella pallavolo femminile giovanile italiana, a prescindere dalla forma di esercizio con cui, di volta in volta, l’allenatore intende perseguire l’obiettivo di sviluppo individuale collettivo delle necessarie competenze. Infatti, un numero sempre maggiore di allenatori, sia in ambito giovanile che impegnati in squadre seniores , ritiene che in tutti gli allenamenti ci debba essere un momento dedicato al lavoro sulla ricezione del servizio. Tuttavia, nel sistema di allenamento di primo livello internazionale seniores, la forma analitica di esercizio viene associata ad una funzione percettiva del gesto corretto; viene talvolta messa in discussione dal concetto di specificità di approccio e dall’idea che la ricezione del servizio debba essere allenata in forma stabilmente integrata con l’azione di attacco che ne consegue. Al contrario nel sistema di allenamento giovanile, esigenze didattiche di sviluppo delle abilità caratteristiche determinano un maggiore ricorso a proposte analitiche sintetiche di esercizio, proprio per migliorare la gestione esecutiva del gesto. La didattica delle tecniche, in un sistema stabilmente contestualizzato all’azione specifica di gioco in cui esse sono implicate, costituisce il presupposto per velocizzare apprendimenti specifici e specialistici  nella prassi dell’allenamento giovanile qualificato, l’opinione su questa strategia operativa appare eterogenea e controversa quando ci si trova ad affrontare processi didattici di elementi motori di base (come come, ad esempio il Bagher e le varie tecniche di spostamento del ricevitore) o partendo da livelli di motricità significativamente compromessi dal punto di vista coordinativo. Infatti, la necessità di intervenire sul movimento del giovane, apportando modifiche, correzioni esecutive, presuppone frequenti feedback positivi per conseguire un’adeguata stabilizzazione e controllo dell’esecuzione del gesto finalizzato: ciò è possibile solo attraverso proposte analitiche attuate in forma più o meno facilitata. In tal senso, l’analisi nella didattica delle tecniche di base resta un passaggio probabilmente necessario e opportuno. Nell’apprendimento tecnico specifico e nell’allenamento situazionale di sequenze motorie finalizzate, diventa determinante il confronto tra esecuzioni efficaci e esecuzioni meno efficaci, errate, corrette ma con esito negativo, ovvero con vari scenari diversi tra loro, sia nell’esecuzione che nell’esito finale dal punto di vista prestarivo: ciò significa che la variabilità situazionale è determinante e essenziale dell’apprendimento la stimolazione variata della ricezione del servizio non fa eccezione alla regola metodologica descritta. 

L’allenamento della ricezione prevede la ripetizione finalizzata del tocco di palla e richiede volumi elevati di esercizio specifico

Tutti i contesti qualificati riconoscono l’importanza del volume complessivo di ripetizione come fattore correlato con processi evolutivi misurabili, sia delle performance individuali che in quelle del sistema collettivo di ricezione adottato dal team. L’importanza del volume di ripetizione deriva dal fatto che, in tutti i contesti giovanili femminile più qualificati, è descritto come elemento ricorrente delle diverse strategie attuate nella prassi dell’allenamento ad esempio nella fase di preparazione all’allenamento specifico della ricezione, è diffusa la tendenza ad utilizzare esercitazioni che inducono comportamenti motori assolutamente caratteristici del ricevitore, ovvero interventi per eseguire tocchi di palla in risposta traiettorie tese provenienti dal campo avversario; oppure, nella fase centrale dell’allenamento, è frequente l’utilizzo di alternanza tra esercitazioni collettive, più contestualizzate all’azione di gioco, con altre esercitazioni sintetiche e analitiche orientate a generare volumi elevati di ripetizioni pro capite; talvolta, nell’organizzazione dell’allenamento sintetico della ricezione, e ricorrente l’idea di ridurre il numero dei giocatori impegnati contemporaneamente sulla linea di ricezione, sia per generare una proposta specifica per quanto riguarda la soluzione del conflitto di competenze sia, nel contempo, salvaguardia il numero di interventi pro capite su caratteristiche traiettorie della palla; infine, in momenti generalmente collocati a margine dell’allenamento collettivo, ovvero all’inizio dell’allenamento, dopo un’attivazione motoria essenziale mirata, o a fine di esso, durante il defaticamento, è frequente il ricorso ad ulteriori momenti di lavoro personalizzato che, oltre a porre l’accento su esigenze, correzioni, dinamiche esecutive individuali, concorre a preservare il principio del volume elevato di allenamento specifico.

La valutazione della prestazione tecnico-tattica della ricezione del servizio

I contesti formativi femminili di primo livello convergono sul concetto che la prestazione tecnico-tattica della ricezione debba essere misurata sul profilo di squadra e sulla quantità dell’interazione di cambio palla (in termini di organizzazione di efficacia dell’azione). Tutto ciò perché è la prestazione nell’attacco di cambio palla ad essere significativamente correlata con gli indicatori di risultato e non la prestazione di ricezione.
Questo dettaglio è molto importante nell’attività giovanile perché suggerisce una stima a lungo termine dei processi evolutivi della ricezione: ovvero, suggerisce di considerare che la dinamica evolutiva del fondamentale ricezione è lenta (perciò richiede tempo e lavoro), che è progressiva (il trend positivo, assieme alla ricorrenza di picchi elevati di prestazione specifica, e più importante e predittivo della sua stabilità prestativa), che non può e non deve essere un elemento discriminante del percorso formativo in giovane età (a vantaggio di un opportuno ritardo di specializzazione nelle mansioni di centrale e opposto, ruoli che generalmente non partecipano alla ricezione del servizio avversario) e che l’organizzazione del sistema di ricezione deve essere commisurata alle abilità dei singoli ricevitori (perciò non legata a convenzionali modelli di riferimento di alto livello).

L’utilizzo dei target specifici nell’esercizio di battuta e ricezione

Nelle modalità di allenamento della ricezione, basate sulla contrapposizione competitiva con il servizio avversario, è ricorrente all’utilizzo di un sistema di monitoraggio prestativo reciproco sui due fondamentali impegnati: talvolta il monitoraggio riferito solo alla ricezione, se non altro per gestire un oggettivo criterio utile a definire la successione dei ricevitori impegnati nell’esercizio. I target proposti sono generalmente riferiti alla relazione tra il numero di interventi positivi e quello degli degli interventi negativi ovvero interventi che generano punto diretto o contrattacco da una freeball a favore della squadra avversaria) in una determinata serie di ripetizioni: la suddetta valutazione è direttamente confrontabile con ciò che avviene in gara, ovvero con la valutazione della ricezione tramite il sistema diffuso di scautizzazione che consente di rilevare, in modo pressoché immediato, positività ed efficienza, sia del sistema che dei singoli giocatori impegnati. 
Durante allenamento della ricezione si ricorre frequentemente a modalità diverse di valutazione che hanno, ad esempio la funzione di generare pressione sul risultato (così come avviene in certi momenti del set della gara): i sistemi di gestione del target che, a fronte di un errore, prevedono ritorno all’inizio della serie, sono molto pressanti sul risultato e determinano sia una marcata capacità di reiterare un livello di attenzione elevato che un’abitudine, man mano  sempre più consolidata, alla gestione della frustrazione legata alla difficoltà indotta dall’avversario. In altri sistemi di gestione del target si ricorre a strategie che danno enfasi e pressione in forma differente. Un sistema diffuso di monitoraggio della performance di ricezione (spesso utilizzato anche nel monitoraggio dell’azione completa di cambio palla) consiste nel perseguire target positivo reiterati, ovvero nel conseguire una determinata serie di interventi positivi consecutivi: in questo modo si intende stimolare nei ricevitori l’atteggiamento del momento vincente del momento di grande difficoltà nella ricerca di una reazione significativa.

Conclusioni

Il dettaglio più interessante che emerge dal punto di vista metodologico e la necessità di allenare la ricezione del servizio attraverso la contrapposizione tra servizio e ricezione; ciò significa che non esiste un esercizi migliori o peggiori, che non esistono modalità di approccio al lavoro particolari e che i sistemi di stimolazione allenante devono essere contestualizzate all’azione specifica. In pratica, non è l’esercizio scelto determinare una didattica efficace è un allenamento funzionale, bensì le indicazioni che l’allenatore fornisce nella conduzione del lavoro nella gestione diretta del protocollo di allenamento.


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