mercoledì 27 marzo 2024





Un saluto ai tantissimi lettori e amici del Blog. Oggi voglio proporvi, un post decisamente interessante sulla “Trance agonistica” o meglio stato di Flow, teoria elaborata dallo psicologo Mihaly Csikszentmihaly. Penso che per noi tecnici sia importante conoscere aspetti che influenzano la performance  non solo sotto il profilo tecnico e metodologico ma anche Psicologico e motivazionale. Spero che il materiale possa essere di vostro interesse. Al prossimo post.

Stefano Lorusso.


Il lavoro sullo Stato di Flow di Csikszentmihalyi

Negli anni ’70, partendo da un lavoro di ricerca e sviluppo sulla creatività, Csikszentmihalyi avviò uno studio sul “flusso di coscienza”, ossia un fenomeno riscontrabile, in psicologia, quando sussistono specifiche condizioni di operatività. Nello specifico, essendo uno psicologo “comportamentista”, Csikszentmihalyi approfondì i fondamenti del meccanismo che aveva osservato nel comportamento adottato dagli artisti quando davano vita alla loro opera e ritenevano di essere “sulla strada giusta”. La condotta era caratterizzata da massima concentrazione, attenzione elevata, assenza di stanchezza e alterazione totale del senso del tempo che scorreva.
Dal tema della creatività, dunque, Csikszentmihalyi si spostò agevolmente verso l’argomento della “motivazione intrinseca”, scorgendo nel comportamento sopra descritto una notevole espressione di motivazione interiore del massimo grado, tale da generare di per sé gratificazione e da sostenere l’individuo nel perseguimento dell’obiettivo (anche se negli studi in questione l’accento era posto sul fare, sull’attività in sé e sul piacere di svolgerla, non sullo scopo cui essa tende). A Csikszentmihalyi si deve, pertanto, l’elaborazione della teoria del Flow, inteso come lo stato di flusso, esperienza autotelica e di per sé totalmente gratificante nella quale l’individuo si immerge allorquando fa qualcosa che gli piace e gli procura godimento.
Si tratta di uno stato psicologico soggettivo dalla connotazione assolutamente positiva, che corrisponde alla completa immersione nel compito e scaturisce dalla relazione sussistente tra le abilità soggettive della persona e il carico di lavoro. Quando tali fattori sono bilanciati e in armonia, emerge lo stato di flow. Diversamente, quando vi è un disequilibrio a favore delle abilità, subentra la noia, mentre in caso di sbilanciamento a favore del carico, viene prodotto stress (negativo).
L’esperienza ottimale determina un flusso dinamico di energia mentale, che attiva le potenzialità individuali, contribuendo a delinare la migliore condizione per la generazione e il mantenimento della motivazione.
Il file completo con le slide le potete trovare cliccando sul link sottostante. 



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