MINDFULNESS E PERFORMANCE 

SPORTIVA














Cosa si intende con la parola mindfulness? È una parola inglese che vuol dire consapevolezza ma in un senso particolare. Non è facile descriverlo a parole perché si riferisce prima di tutto un’esperienza diretta. Tra le possibili descrizioni, e diventata “classica“ quella di John kabat-Zinn, Uno dei pionieri di questo approccio. “Mindfulness, significaPrestare attenzioneIn modo intenzionale, al momento presente, in modo non giudicante”. Si può descriverla anche come di un modo per coltivare una piena presenza all’esperienza del momento, al qui e ora del momento. Le pratiche di mindfulness, possono aiutare gli atleti a sviluppare e perfezionare le capacità sportive e le prestazioni di punta in una varietà di situazioni competitive. La mindfulness aiuta gli atleti a gestire quegli aspetti emozionali, comportamentali e interpersonali che impediscono loro, da una parte, di conseguire migliori livelli di prestazione sportiva, e dall’altra di vivere pienamente tutti gli altri molteplici aspetti della loro vita. In particolare la mindfulness può essere di aiuto per:
Migliorare la propria capacità concentrativa sul corpo e sulla mente. Ogni sport richiede di essere consapevoli dello stato della propria mente e del proprio corpo nel momento presente. Senza attenzione l’equilibrio mente corpo necessario ad una ottimale performance si perde facilmente. E’ facile allora farsi sfuggire il momento giusto, andare fuori tempo, incontro a risultati al di sotto delle proprie capacità o addirittura ad infortuni. Uno dei motivi perché le persone amano fare sport, sia a livello agonistico che amatoriale, è perché possono godere delle prestazioni fisiche, focalizzando totalmente la mente nel corpo che sperimenta se stesso nel qui ed ora. Quando si è liberi dalla costante preoccupazione di sé, ci si apre a livelli di prestazioni e di coscienza che si estendono ben oltre le normali potenzialità umane.
Raggiungere una quiete interiore e la calma in mezzo a contesti altamente competitivi e stressanti. Si richiede agli atleti di lasciare da parte le preoccupazioni, le paure, le incertezze e ogni pensiero o emozione che possa distoglierli dalle perfomance sportive. Spesso questo viene fatto con sforzo e tagliando fuori e reprimendo parte della propria vita a costo di gravi ripercussioni fisiche mentali e relazionali. La mindfulness sollecitando a coltivare un luogo mentale di quiete e di equanimità – l’essere stabili nel momento presente – permettere di accedere ad un serbatoio di forza interiore che morbidamente possa dirigere l’energia lì dove necessario nei modi e nei tempi più utili secondo i vari contesti in cui via via ci si trova. Realizzare più elevati livelli di abilità, aumentando l’integrazione tra il sistema interno della propriocezione del corpo, una più raffinata consapevolezza sensoriale, e la pura coscienza, non identificata con propri contenuti: pensieri, immagini, emozioni ecc. In questa consapevolezza capace di integrare i vari stati cognitivi, emozionali, sensoriali che si presentano momento per momento nel proprio campo di coscienza e di esserne testimone svincolato, l’atleta è in grado di cogliere una gran quantità di informazioni utili alla performance desiderata, scegliere tempi, e modi più opportuni di azione senza sforzo e spreco di energie.
Diventare più consapevoli del significato e della relazione dinamica tra posizione del corpo, sensazioni fisiche, emozioni, pensieri, la qualità del proprio stato mentale e delle condizioni ambientali, o del contesto relazionale in cui si trova a gareggiare. Nella condizione di consapevolezza l’atleta sarà testimone del proprio corpo, della realtà esterna e della propria interiore con apertura mentale, compassione e curiosità, senza pregiudizi o giudizi critici reattivi. Questo gli permetterà di cogliere la realtà così com’è momento per momento e di utilizzarla come punto di forza per migliorare le proprie prestazioni. Affidarsi maggiormente al “corpo intuitivo” per affinarne e valorizzarne le prestazioni. Con la mente pensante analizziamo i nostri movimenti e cerchiamo di controllare il corpo attraverso una deliberata intenzione. Questo controllo è essenziale quando è necessario apprendere le tecniche e le competenze di uno sport, anche per integrare tra loro le molteplici informazioni tecniche, ma diventa meno importante, se non di ostacolo, quando si è nel momento della performance. E’ allora utile lasciare andare la manipolazione volontaria del corpo, e lasciar essere e affidarsi all’intuizione corporea del momento. Proprio come la vita stessa, ogni momento in uno sport competitivo è unico, in costante cambiamento nelle variabili interagenti, e infinitamente complesso. L’analisi e la logica sono troppo pesanti e lente per dare una panoramica completa e istantanea delle dinamiche in rapida evoluzione di quel singolo momento, questa restituzione utile nel momento sportivo avviene istantaneamente in modo intuitivo attraverso il corpo. La mindfulness permette di essere in completa sintonia con la soluzione ottimale scaturita dalla completa acquisizione delle forze in campo nel momento presente.

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