Stefano Lorusso
martedì 19 marzo 2024
Ciao amici, non è semplice trovare degli spunti interessanti per arricchire e migliorare il bagaglio di conoscenze di noi allenatori perché il web è fonte di ricerche e video con esercizi con diversi spunti per l’allenamento. La percezione e la sensibilizzazione penso sia un fattore importante, nello sviluppo tecnico non solo dei palleggiatori ma di tutti gli atleti, soprattutto in età evolutiva. A mio avviso dedicare del tempo inserendo questi esercizi all’interno di un programma di allenamento saranno utili per migliorare sia la forza sia la propriocettività delle mani. In uno sport come la pallavolo, siamo consapevoli che le mani e le dita sono molto sollecitate. Un programma di qualche minuto con questi esercizi aiuta a completare il vostro allenamento. Buona visione e Buon lavoro
domenica 17 marzo 2024
COMPRENDERE L'AZIONE TECNICO - TATTICA NELLE DISCIPLINE SPORTIVE APERTE (OPEN SKILL)
Questo studio, presenta un quadro di riferimento teorico per esaminare l'azione tattica nello sport. Si tratta dell'approccio dinamico ecologico che integriamo con idee fondamentali tratte dalla letteratura sull'apprendimento delle abilità motorie complesse. In particolare, l'attenzione si concentra sul ruolo svolto dai gradi di libertà percettivi sostenuti in un approccio ecologico all'apprendimento. Nel presentare ai lettori questo quadro di riferimento, tale prospettiva viene messa a confronto con modelli più tradizionale di azione tattica. Infine, vengono descritte alcune implicazioni per l'allenamento delle abilità tecnico-tattiche nello sport.
Introduzione
Azioni tattiche e tecniche precise caratterizzano le prestazioni esperte nello sport. Sebbene la ricerca abbia esaminato le differenze legate all'abilità, le ragioni di fondo per queste differenze rimangono in gran parte sconosciute. Le modalità tipiche per lo studio dell'acquisizione di abilità, si basano sull'analisi del tempo di reazione, della velocità di movimento, dell'ampiezza e della durata oltre che sulla struttura dettagliata dell'azione e sul processo di apprendimento. In questo articolo, analizzeremmo le basi della struttura del processo di apprendimento nello sviluppo di azioni tattiche. Secondo il cognitivismo, il comportamento tattico e il processo decisionale si fondano sull'esistenza di un controllore centralizzato, uno schema un modello mentale che è responsabile della loro organizzazione e regolamentazione. Tuttavia, questa tesi non risulta essere soddisfacente dal momento che si limita semplicemente a trasferire il problema iniziale del processo decisionale è una struttura interna preesistente, chiedendosi per quale motivo quella determinata organizzazione neurobiologica si sia sviluppata in che modo quella struttura specifica abbia avuto origine. Parliamo della proposta avanzata da Gibson (1979) in base alla quale, piuttosto che trovarsi in una struttura interna, il controllo è in realtà il partito nel sistema "organismo-ambiente". Questo diverso punto di vista, indica che la struttura e la fisica dell'ambiente, la biomeccanica del corpo di ogni individuo, le informazioni percettive su variabili informative e le richieste di compiti specifici, sono tutti elementi che contribuiscono a condizionare il comportamento nel Modo in cui viene espresso. Piuttosto che essere imposto da una struttura preesistente (nervoso mentale), il comportamento ad attivo emerge da questa convergenza di limitazioni nel contesto di un determinato compito obiettivo. Da questa prospettiva è possibile comprendere il ruolo delle informazioni dell'intenzionalità nell'azione tattica, in termini fisici (ossia una comprensione basata sulla legge degli aspetti dinamici e distinti del comportamento umano). Una delle sfide principali per questo approccio, fondato sulla dinamica ecologica, consiste nel comprendere in che modo un individuo impara percepire il la layout circostante dell'ambiente e della prestazione in funzione del suo corpo e della sua capacità d'azione. Le teorie ecologiche di apprendimento hanno lo scopo di spiegare in che modo i soggetti che percepiscono traggono vantaggio dall'abbondanza di formazione delle proprietà ambientali. Secondo le teorie ecologiche i risultati di apprendimento cambiano in funzione delle caratteristiche ambientali ai quali sistemi percettivi sono sensibili. La complessità della prestazione esperta, deriva da un migliorato adattamento degli atleti e rispettivi ambienti, piuttosto che da un'aumentata complessità di processi di memoria, nervosi o di calcolo. Possiamo puoi approfondire questo quadro di riferimento ecologico illustrando in che modo, con l'allenamento, si sviluppa l'abilità nell'azione tattica. Successivamente vengono illustrati alcuni aspetti che consentono di migliorare l'abilità tecnicotattica nello sport.
Dinamica ecologica dell'azione tattica
Costanza e flessibilità, rappresentano due caratteristiche complementari delle prestazioni precise e funzionale in ambienti dinamici. Da una parte, una prestazione di successo e caratterizzata da modelli dimensionali essenziali e riproducibili, che sono azioni funzionali che si possono riprodurre in modo costante nel corso del tempo e che resistono alle perturbazioni impreviste. Dall'altra parte, "il comportamento non è stereotipato e rigido ma piuttosto flessibile e adattivo". Sebbene imodelli d'azione presentino delle morfologie regolari, gli atleti non sono ancorati a soluzioni rigidamente stabili (ad esempio tecniche, tattiche), ma sono in grado di adeguare i loro comportamenti. Gli esecutori di successo, devono adattare le loro azioni ad ambienti che cambiano in modo dinamico che caratterizzano lo sport agonistico. Questa flessibilità necessaria viene adattata appositamente alle condizioni ambientali attuali e alle richieste di compiti e implica un controllo percettivo dell'azione. In linea con questa tesi, Le transizioni tra Stati di organizzazioni stabili sono determinate da un'instabilità dinamica che fornisce una piattaforma decisionale universale per passare tra stati diversi e sceglierli. Pertanto, se si delineano modelli di movimento più funzionali per adattarsi alle circostanze E al contesto di un ambiente prestazionali, le oscillazioni derivanti dalle instabilità dinamiche aiuteranno l'esecutore a scoprirli ed esplorarli. È importante sottolineare che non si tratta di un mutamento di per sé, ma piuttosto di un cambiamento qualitativo che deriva dalla non linearità intrinseca della dinamica del modello d'azione. Inoltre, le interazioni tra esecutore ambiente determinano un comportamento emergente che il presenta una sua dinamica, definita dinamica comportamentale. Il punto fondamentale è che le soluzioni comportamentali stabili corrispondono elementi di attrazione nella dinamica comportamentale ed i passaggi tra modelli comportamentali corrispondono a biforcazioni. Le biforcazioni, mettono a disposizione un meccanismo di selezione, i mezzi per decidere quando un modo di comportarsi smette di essere funzionale e passare a soluzioni comportamentali più funzionali. Queste stabilità non esistono a priori nella struttura dell'esecutore ma sono determinate insieme dalla convergenza di vincoli ambientali e dei compiti. Queste idee sono in linea con le tesi di Gibson (1979) in base alla quale il controllo si trova nel sistema organismo-ambiente e il comportamento può essere identificato come auto-organizzato, in antitesi con l'organizzazione imposta dall'interno. Durante le fasi di apprendimento e sviluppo emergono modelli di comportamento attraverso un processo di intuizione (bootstraping) in cui le interazioni organismo ambiente, determinano dinamiche comportamentali e, a loro volta, la stabilità in queste dinamiche catturano il comportamento dell'esecutore.
• Esplorazione
• Scoperta e stabilizzazione
• Utilizzazione.
Lo sviluppo dell'azione tecnico-tattica nello sport
Ghibson (1966), ritiene che il modo migliore per comprendere come la percezione regola l'azione, consiste nella rilevazione dei vincoli informativi specifici per i corsi che conducono agli obiettivi. Rispetto ai vincoli fisici le limitazioni degli obiettivi si possono considerare straordinarie e si configurano con una regola che indica come agire se si intende raggiungere un determinato risultato. Più precisamente, la regola stabilisce che una persona dovrebbe agire per trasformare in informazioni specifiche quelle informazioni attuali, non specifiche per un risultato che si desidera ottenere. Questa tesi comporta che il primo passo per fare sì che qualsiasi processo di apprendimento si verifichi È rappresentato dall'educazione dell'intenzione, che avvia il processo di esplorazione dei gradi di libertà di movimento. Ciò significa che limitazioni di cambiamento plasmano il comportamento emergente in sistema di movimento dinamici. Appare evidente che, nel corso del tempo, un determinato insieme di interazioni di un singolo esecutore, ambiente e compito può produrre una funzione particolare di cambiamento comportamentale. Il modello di Newell (1986) descrive come si concretizza un sistema di movimento. Si è sostenuto che "l'impatto relativo di queste tre categorie di limitazioni sul modello di coordinazione vari in funzione della situazione specifica". I vincoli ambientali sono solitamente riconosciuti come quelle limitazioni esterne al singolo esecutore. Si può considerare con un vincolo ambientale ogni limitazione che interessa l'interazione esecutore-ambiente che non è interna al singolo esecutore. Tutta via le limitazioni dei compiti rappresenta un sistema specifico di vincoli ambientali. Seguendo una linea di pensiero analoga possiamo ritenere che le limitazioni funzionali (come la fatica mento rispetto all'imitazione strutturale come l'altezza), del singolo esecutore, dal momento che dipendono dal tempo in misura maggiore, sono quelle che dovrebbero essere progressivamente messe in sintonia con l'obiettivo del compito. È evidente che una molteplicità di limitazione dell'esecutore individuale converge per specificare il modello di coordinazione adatto e che i vincoli ambientali riflettono le condizioni ambientali per il compito, mentre l'elemento centrale delle limitazioni del compito e l'obiettivo dell'attività e le limitazioni specifiche imposte. Quindi maggiore è la definizione del percorso per l'obiettivo, Tanto più le limitazioni funzionali alle limitazioni del compito specifico il comportamento emergente. Nella ricerca di soluzioni per gli obiettivi del compito
comportamentale, l'esecutore cerca di scoprire le caratteristiche dinamiche del sistema, in cui il sistema è definito su esecutori individuale, ambiente compito.
Esplorazione: Manipolare i gradi di libertà
Appare evidente, che molte percezioni e azioni sono possibili in qualsiasi situazione prestazionali. In situazioni prestazionali specifiche, determinate percezioni e azioni risultano essere più funzionali rispetto ad altri e, come l'esperienza, in cui gli individui fanno progressi nella scelta delle percezioni
delle azioni che intendono attuare. Si presume che intenzioni diverse organizzano i sistemi percettivo-motori in modo diverso. L'educazione dell'intenzione potrebbe influirein modo significativo su quale variabile informativa deve essere percepita dall'esecutore. Le intenzioni dipendono da molti fattori come esigenze, aspettative un convinzioni e anche da influenze esterne come le istruzioni che rendono stimolante lo studio dello sport. Spesso negli studi ecologici vengono scelte situazioni in cui è possibile ipotizzare una determinata intenzioni, ad esempio, un incontro di basket uno contro uno, in prossimità del canestro, si può supporre che l'attaccante in possesso di palla sia intenzionato a scartare il difensore ed ad andare a canestro per segnare, piuttosto che mantenere semplicemente il possesso della palla. Queste supposizioni sono necessarie perché le intenzioni limitano i compiti. Ad esempio necessario ipotizzare una determinata intenzione per definire e identificare quali variabili informative sono importanti in ogni momento. Pertanto in presenza di determinate intenzioni, alcune variabili si possono definire informativi mentre altre non lo sono. (Bernstein 1967) A sollevato il problema di come controllare la notevole quantità di gradi di libertà che caratterizzano la coordinazione motoria. La complessa interazione tra i diversi elementi del sistema del movimento umano (ad esempio muscoli, tendini e articolazioni) rende impossibile il controllo separato di tutti questi elementi. Pertanto è necessario ridurre il numero consistente di gradi di libertà individuale da disciplinare così da consentirne il controllo. Questa riduzione è un processo per "conoscere a fondo i gradi di libertà non necessari dell'organo in movimento, in altri termini, la sua conversione in un sistema controllabile". La domanda di Bernstein comporta Che la semplificazione dell'organizzazione di un sistema che presenta parecchi gradi di libertà e possibile solo se si stabilisce un numero sufficiente di limitazioni, o collegamenti tra i suoi componenti, accoppiandoli in una sinergia. L'accoppiamento di campi di forze esterne basati sull'ambiente con campi di forze interne basate sull'ambiente e mediante i campi di informazione costituisce la base di una teoria di cognizione per un comportamento indirizzato all'obiettivo e fa guida per i principi per lo sviluppo dell'abilità del processo decisorio. Quando L'intenzione dell'esecutore corrisponde all'obiettivo del compito e necessario coordinare i gradi di libertà del suo sistema di movimento che sono superflui. Si presenta l'esigenza di stabilire relazioni di base con l'ambiente e per acquisire un controllo sui gradi di libertà, sia intrinsechi che sazio Natalie, per realizzare il compito. E possibile ottenere il controllo "congelando" soluzioni che possono facilitare il raggiungimento dell'obiettivo, oppure aumentando la variabilità del sistema ambiente-esecutore per trovare una soluzione che consenta di realizzare il lavoro. Non sorprende che persone diverse e possono stabilizzare in modo rigido soluzioni diverse (vale a dire acquisire modelli di movimento o usare variabili informative), per conseguire il medesimo obiettivo. In questa fase è possibile accoppiare il movimento una determinata fonte di informazioni che funziona, ma ciò non significa che indica chiaramente la proprietà dell'ambiente che li esecutore intendeva percepire, vale a dire che può trattarsi di una variabile non specificante. Il termine "Variabile specificante", si usa solo per una variabile che specifica la proprietà, (vale a dire la variabile informativa) che il soggetto intende percepire (ad esempio il fuoco di espansione della palla sulla retina di un esecutore), mentre il termine "variabile non specificanti", indica una variabile che non specifica la proprietà che il soggetto intende percepire (ad esempio un giocatore che ricerca di stabilire la traiettoria di una palla dai movimenti ingannevole di un avversario che la colpisce), senza tener conto del fatto che una cosiddetta variabile non specificanti e potrebbe indicare chiaramente altre proprietà. L'aumento della variabilità del sistema ambiente-esecutore da parte degli esecutori si deve alla difficoltà nel distinguere quali proprietà dell'ambiente costituiscono informazioni e quali no. L'esplorazione degli elementi disponibili in una situazione per stazionare può rilevare quali proprietà ambientali sono informative in relazione ad una determinata intenzione. È importante sottolineare che la comparsa del controllo su numerosi gradi di libertà caratterizza la prima fase attraverso l'esplorazione del rapporto tra movimenti e informazione. I gradi di libertà che necessario limitare sono molto più numerosi rispetto a quelli necessari per controllare il sistema esecutore-ambiente per raggiungere l'obiettivo del compito.
Individuare soluzioni e renderle stabili
Nel corso della fase successiva, l'esecutore utilizza queste soluzioni esplorative, cercando di riprodurle durante l'esecuzione del compito. Con l'irriducibile variabilità delle condizioni iniziali per l'esecuzione del compito, questi accoppiamenti movimento-informazioni iniziano a diventare più regolari. Un modo per stabilizzare una soluzione di movimento consiste nello "scongelare" la limitazione dei gradi di libertà che, in precedenza, era stata esagerata. Ciò significa che vengono identificati i gradi di libertà più importanti per realizzare l'obiettivo del compito e che sono anche individuate le condizioni quando una variabile informativa e utile, intervenendo sulle stesse. Pertanto, si iniziano a individuare nuove possibilità di azione (ad esempio quando una variabile informativa non è utile). Questo, ad esempio, può verificarsi nello sport quando un allievo di calcio scopre del feedback propriocettiva o che non è utile in rigidità dei muscoli degli arti inferiori per ricevere un passaggio, mentre può risultare utile quando si realizza un passaggio uno-due ad un compagno di squadra. Durante questa fase, la stessa intenzione potrebbe portare alla scoperta di altre variabili. Al processo in base al quale si presta attenzione a variabili più importanti si fa riferimento a come educazione dell'attenzione o sincronizzazione percettiva. Pertanto, anche se un'intenzione non cambia con l'esperienza, i soggetti prestano attenzione a variabili più utili. La sintonizzazione percettiva rappresenta il processo per apprendere a quali fonti di informazioni prestare attenzione, in quali situazioni e quando dare ascolto a queste variabili. Con la pratica, di esecutori confluiscono da fonti di informazioni che possono essere solo in parte inutili in una determinata situazione (vale a dire non specificanti) a fonti di informazione che sono più utili (ossia specificanti), in una serie di circostanze e prestazionali. Ad esempio, i giocatori imparano che più preciso percepire la posizione nello spazio di una palla piuttosto che aspettare che sia l'allenatore a dire loro dove si trova la palla (quest'ultima ipotesi potrebbe rivelarsi utile solo in determinate situazioni). La stabilizzazione delle soluzioni scoperte, L'esplorazione dei limiti di queste soluzioni e la conseguenza ricerca di nuovi accoppiamenti informazioni-movimenti specificanti sono tutte caratteristiche dominanti di questa fase.
Utilizzazione dei gradi di libertà
Le fonti di informazione specificanti tendono essere utilizzate con regolarità durante l'esecuzione di un compito e la fluidità di movimento (ossia la padronanza di gradi di libertà motori) sembra dovuta all'uso di forze esterne, in contrasto con la precedente opposizione a queste forze o la loro nazione. L'utilizzazione di gradi di libertà motori e percettivi consente l'adattamento a richieste situazionali e l'efficacie raggiungimento degli obiettivi. In questa fase, un aspetto importante è rappresentato dalla manifestazione di sintonizzazione a variabili temporali e spaziali più ampie di maggiore sensibilità alle conseguenze e contestuale delle proprie azioni. Sebbene nell'azione possa verificarsi una maggiore variabilità questa è vincolata e convergente alla realizzazione dell'obiettivo. Questo processo, di solito, viene descritto nella letteratura come equivalenza motoria, ma vorremmo estendere questo concetto alla percezione e alla cognizione. La degenerazione l'abilità di elementi che sono strutturalmente diversi di eseguire la stessa funzione o di dare lo stesso prodotto può rappresentare una concettualizzazione più adatta di questo processo. In questa fase, un processo importante è la calibrazione la graduazione, del sistema motorio-percettivo alle informazioni. Le informazioni specificanti possono vincolare in modo a adeguato una percezione o un'azione. Le dimensioni del corpo la capacità di azione non sono fissi ma spesso cambiano nell'arco di periodi di tempo ossia brevi che lunghi. Esempio, negli sport con racchetta, strumenti come le racchette e modificano le dimensioni effettive del corpo dell'esecutore (estensione). Le capacità di azione si modificano in un arco di tempo breve per fattori come stanchezza e infortunio e nell'arco di periodi più lunghi A seguito di sviluppo e allenamento. Quando si modificano le dimensioni del corpo e le capacità di azioni, l'esecuzione di azioni che una volta era possibile può diventare impossibili (o viceversa). Nella percezione e Nell'azione, sono necessarie la calibrazione lavi calibrazione per definire e aggiornare la mappatura tra le unità in cui le proprietà rilevanti del mondo sono percepite e le unità in cui l'azione viene eseguita. In pratica, la calibrazione consente agli esecutori di percepire in modo in unità intrinseche anche a seguito di modifiche che interessano le dimensioni del corpo e le capacità di azione. Una calibrazione di successo produce giudizi che sono dimensionati in modo adeguato alla proprietà da percepire, indipendentemente dalla variabile informativo utilizzata per la percezione. Per un esecutore che presenti una calibrazione corretta, le affordance (Le 'affordance' sono le qualità di un oggetto che ci permettono di interagire con esso), dimensionate sul corpo e sulla azione possono essere percepite in modo affidabile semplicemente scegliendo le fonti di informazioni opportune. Calibrazione avvenga abbastanza rapidamente, è probabile che l'esperienza continua ad apportare miglioramenti nella calibrazione. È importante sottolineare che lo sviluppo dell'azione tattica non è un processo normativo omogeneo ed è previsto che si verificano manifestazioni soggettive. Inoltre, deve tenere presente che i processi con me le educazione dell'intenzione, la sintonizzazione e la calibrazione possono verificarsi in tutte e tre le fasi.
Effetti sull'allenamento
In base all'approccio della dinamica ecologica, non sembra avere molto senso spiegare i principianti in che modo gli esperti prendono le decisioni devo chiedere loro di ripensar o di agire come gli esperti. L'allenamento dell'azione tattica dovrebbe piuttosto fondarsi sull'organizzazione di condizioni di allenamento che promuovono la posizione di competenza, anche nei soggetti non esperti. Senza scivolare nella pre-definizione della natura e della competenza, condividiamo il punto di vista di Klein(1997) che siano soluzioni migliori insegnare agli esecutori ad apprendere come esperti e acquisire competenze in modo autonomo durante le sessioni di allenamento o in gara. La sfida per l'allenatore e l'organizzazione fondata sui principi della sessione di allenamento compreso l'intervento sulla esecutore per incoraggiare l'azione tecnico-tattica. Tutta via, non esiste un "organizzazione ottimale" generale, dal momento Che non esiste una risposta comune per tutti gli allenamenti. Organizzare pratiche di allenamento utili (vale a dire sviluppare la competenza del processo decisionale) e importante per migliorare la prestazione di un certo atleta, o di gruppi di atleti, in un determinato contesto durante l'apprendimento di un determinato compito. In quest'ottica, il compito dell'allenatore consiste nelle denti ficcare: Il livello di competenza dell'esecutore sul compito, Le funzioni (obiettivi) da formare, I vincoli primari (di organismo, compito e ambiente), Da gestire o di cui tenere conto durante la pratica. Il passo successivo per l'allenatore consiste nella definizione di un piano su cosa fare, quando e come farlo, così organizzare le sessioni di allenamento compresi di interventi con l'esecutore. Riteniamo possibile l'adozione di un approccio guidato delle limitazioni se si desidera sviluppare l'azione tecnico-tattica nello sport. La gestione delle limitazioni adeguate può indirizzare gli esecutori a esplorare comportamenti di movimento a Dati che culminano in decisioni funzionali adottate dall'esecutore. Nel presentare assistenza agli esecutori per acquisire un'azione tattica efficace è fondamentale presentare i vincoli rilevanti durante le tre diverse fasi di sviluppo del processo decisionale come state illustrato nelle sezioni precedenti. Comprensibilmente, gli allenatori mostra un'attenzione particolare alla gestione delle limitazioni del compito, dal momento che sono aperti a controllo e forniscono un canale diretto per plasmare la produzione di un atleta. In particolare, una delle sfide principale consiste nel prendere in considerazione la rappresentatività funzionale degli esercizi di allenamento, ossia valutare la corrispondenza del comportamento dell'esecutore in allenamento in gara. Regole, istruzioni attrezzature possono essere gestiti per restringere la ricerca all'interno dello spazio di lavoro percettivo-motoria in modo che si possono adottare dimensioni efficace che corrispondono la coordinazione funzionale degli arti nel contesto prestazionali e per realizzare l'obiettivo del compito stabilito. Naturalmente le limitazioni organismiche sono importanti, ma dovrebbero essere in stretta relazione con le limitazioni del compito. Pertanto, è possibile intervenire scegliendo trasformando aspetti del compito per facilitare l'impatto specifico esercitato su atleta, ad esempio, selezionando atleti di altezza diversa per giocare uno contro uno in prossimità del canestro nel basket. Inoltre può rivelarsi opportuno adottare alcuni interventi (ad esempio, induzione della stanchezza, modifiche dello stato emotivo), immediatamente prima di determinati compiti, per agevolare la capacità di gestione dello stress nella letta. Sono disponibili molte ricerche ed esempidi questo tipo di intervento nello sport, in particolare in relazione allo sviluppo di capacità decisionali. Questi interventi possono quasi certamente essere funzionali. Ma queste limitazioni organismiche si collegano solo in modo indiretto all'azione tattica non sono coinvolte direttamente nel processo decisorio durante l'azione guidata in modo percettivo. Per questi motivi riteniamo che gli interventi fuori dal compito rappresentativo sia non meta-cognitivi o, in particolare, meta-decisionali e si rivelano utili soprattutto per le esecutori riflessi esecutori che possiedono grandi abilità verbali. L'allenamento meta-decisionale richiede un ulteriore allenamento per trasferire le abilità verbali alle abilità motorie, altrimenti il miglioramento delle prestazioni si potrebbe fondare su giudizi percettivi piuttosto che solo efficacia presto attiva. Infine, di solito, non è possibile manipolare i vincoli ambientali ma questi possono essere presi in considerazione per promuovere un migliore adattamento dell'esecutore nel contesto della gara. Queste influenze possono essere sociali O f isiche e possono essere a carattere internazionale (ad esempio, religione, cultura) o più locale (ad esempio, agli atteggiamenti dell'allenatore per promuovere leggo o il con volgi mento del compito degli esecutori).
Conclusione
Per concludere, abbiamo sostenuto che l'allenamento efficace dell'azione tecnico-tattica non dovrebbe essere descritto con un'associazione tra stimolo e risposta e limitate da regole o verbalizzazioni nella testa degli atleti, ma piuttosto da un'organizzazione funzionale dell'attività di allenamento. L'attenzione della pratica dello sport dovrebbe essere rivolta a convogliare le azioni guidate dalle percezioni in atleta verso le fonti di informazioni che indicano raggiungimento dell'obiettivo. L'allenamento mira a guidare l'atleta verso lo Stato in cui impara con un esperto, in cui agisce per scoprire informazioni per guidare le azioni, ossia esplorando, scoprendo utilizzando gradi di libertà intrinsechi e transnazionali per realizzare prestazione di successo.
mercoledì 13 marzo 2024
TECNICA E DIDATTICA DELL’ATTACCO
L’elaborato tecnico, sull’attacco è il riassunto del lavoro che potete trovare all’interno del manuale per gli allievi allenatori, realizzato dal centro di qualificazione Nazionale coordinata da Marco Mencarelli. È conoscitore della pallavolo per averla studiata sul campo, mentre la faceva praticare escogitava linee di comportamento da eseguire nel tempo e da riproporre a seconda delle circostanze, quelle linee che sarebbero state a lungo andare vere e proprie linee guida, in grado di ispirare e di spingere avanti un movimento: la storia della pallavolo italiana ne chiaro esempio, la perfetta esemplificazione di un movimento che procede, nei decenni ormai, affinandosi sempre più.
La schiacciata è un tecnica di base e nella pallavolo rappresenta il presupposto del sistema di attacco e contrattacco che sono i fondamentali maggiormente correlati con tutti gli indicatori di risultato, in tutti i livelli di qualificazione, ancora i più se ci si avvicina all’eccellenza, in particolare alla pallavolo internazionale. Questo si riflette ovviamente sullo spazio e sulla considerazione che la suddetta tecnica acquista nella trattazione della didattica specifica rispetto al palleggio e al bagher. Dallo studio delle fasi esecutive che caratterizzano il gesto completo della schiacciata rincorsa, stacco, salto, colpo sulla palla ricaduta) è possibile individuare una serie di aspetti metodologici che influiscono in modo significativo sulla qualità del percorso didattico, sulla possibilità di identificare attitudini che permettano di collocare ogni giocatore nel ruolo più rispondente e sulla possibilità di prevedere il livello massimo qualificazione tecnica raggiungibile da ciascun giocatore. Innanzi tutto le fasi identificate, precedentemente citate, scaturiscono dall' analisi video, ma sul piano didattico la suddivisione proposta non appare funzionale. Le fasi della rincorsa - stacco - salto sono didatticamente inscindibili; stessa considerazione appare necessaria per il salto - colpo ricaduta. La sequenza didattica ottimale per l'insegnamento della tecnica di schiacciata è descritta e rappresentata nello schema che segue e che indica 3 step progressivi e i relativi obiettivi specifici necessari a proseguire il corretto processo didattico. Il post lo potete visionare cliccando sul link https://acrobat.adobe.com/id/urn:aaid:sc:EU:d29c3b62-46c3-46c4-b624-1cbe1fe83eab
lunedì 11 marzo 2024
ORGANIZZARE UN SETTORE
GIOVANILE VINCENTE
Staff - strutture - programmazione pluriennale
Prof. Marco Mencarelli
sabato 9 marzo 2024
IL RUOLO DELLO SPORT NELLO SVILUPPO SOCIO-EMOTIVO DEI PREADOLESCENTI
RELATORI: LUCIANA CASTELLI, LUCA SCIARONI E ALBERTO CRESCENTINI
La breve esperienza d’insegnante nelle scuole medie, e la fortuna di vivere a stretto contatto con un nipote preadolescente, hanno accresciuto in me la consapevolezza dell’importanza che rivestono le esperienze emozionali sul benessere psico-fisico dei ragazzi. Durante i miei studi universitari ho avuto la fortuna di avere dei professori di psicologia appassionati e preparati che mi hanno trasmesso il loro entusiasmo per la materia, soprattutto per il tema dell’adolescenza. Nel momento in cui ho scelto d’insegnare nelle scuole medie, ero consapevole di dovermi confrontare con giovani ragazzi proiettati in un periodo ricco di cambiamenti fisici, ormonali, comportamentali e psicologici. Questo momento della loro vita non mi spaventa, il contatto con i ragazzi è sempre stato per me fonte di piacere. Con un padre docente di educazione fisica sono stata introdotta, sin da piccola, nel bellissimo mondo dello sport. Ho praticato molti sport, sia a livello agonistico sia amatoriale; queste esperienze mi hanno permesso di sperimentare su me stessa la connessione che intercorre tra mente e corpo durante la pratica di un’attività fisica e soprattutto nelle competizioni. Piaget (1926), nei suoi studi sull’intelligenza senso-motoria, è stato tra i primi a riproporre l’idea che il movimento fisico dell’essere umano fosse un argomento interessante per le scienze cognitive. Quando ho scelto di svolgere il lavoro di diploma proposto dal Professor Sciaroni, con il tema “il benessere degli adolescenti” ho subito consultato il libro di Goleman (1996) “L’intelligenza emotiva”. Ho letto le esperienze e gli esempi appassionanti raccolti dall’autore. Lui sostiene che l’intelligenza emotiva si possa apprendere e perfezionare imparando così a riconoscere le emozioni proprie e quelle degli altri. Ho scoperto che queste capacità sono alla portata di tutti noi. Incuriosita da quest’affascinante tema, ho deciso che sarebbe stato l’argomento su cui basare la mia ricerca: “Esiste una relazione tra la pratica di un’attività sportiva nel dopo scuola e lo sviluppo socio-emotivo di un preadolescente?” I risultati di questo lavoro mi aiuteranno a comprendere meglio alcuni aspetti della vita che conducono i preadolescenti del nostro paese, permettendo, a noi docenti, di riflettere e migliorare i modi e i metodi che utilizziamo con le classi all’interno e all’esterno del contesto scolastico. Le mie domande di ricerca portano l’attenzione sulla pratica sportiva dei ragazzi nel tempo libero. Come docente di educazione fisica, sono particolarmente interessata alla correlazione che esiste tra le attività sportivo/motorie e l’intelligenza emotiva. Io sono del parere che praticare attività fisica nel doposcuola possa influenzare positivamente il benessere degli allievi. L’obiettivo comune degli allievi. La tesi potete visionarla cliccando sul link sottostante.
venerdì 8 marzo 2024
IL BAGHER DI RICEZIONE DALLA
RICERCA DEL TALENTO ALLA
NAZIONALE GIOVANILE
NEI PROCESSI SELETTIVI LA RICERCA DELLA QUALITÀ DI QUESTO FONDAMENTALE HA TRE IMPORTANTISSIME FASI - SENSIBILITÀ E INDIPENDENZA DEL PIANO DI RIMBALZO E RELAZIONE AL BERSAGLIO
In questo articolo cercheremo, di definire le peculiarità che cerchiamo nelle giovanissime atlete da aggregare al gruppo della nazionale in merito al bagher di ricezione. Per prima cosa vanno definite le caratteristiche del ricettore, con la prima finalità di adeguarle alle richieste tecniche del servizio. Nei processi selettivi, prima presa di contatto sul territorio nazionale con le atlete futuribili, la ricerca della qualità di questo fondamentale ha tre importantissime basi, presupposti dell'individuazione del talento nel bagher.
1. Sensibilità del piano di rimbalzo: in questa qualità si cerca di individuare quel bagher che sia in grado di fornire
la risposta tecnica adeguata alle diverse traiettorie generate sulla palla dal colpo in battuta, in base alle diverse tipologie di servizio. Si vuole, cioè, individuare un'atleta con un bagher in grado di ammortizzare, ad esempio, le traiettorie più tese piuttosto che dare spinta a quelle con parabole alte e lente.
2. Relazione al bersaglio: ovviamente, individuata la caratteristica della sensibilità del bagher, contemporaneamente va analizzata la capacità del bagher "sensibile" di fornire una risposta in termini di precisione rispetto all'obiettivo da colpire. In questa caratteristica s' individuano le qualità dell'orientamento al bersaglio e di tutte le sue componenti in termini, come detto, di precisione e controllo del fondamentale.
3. Indipendenza del piano di rimbalzo:
questa qualità è sempre più necessaria alla luce di quanto detto nel precedente articolo in merito alla grande incidenza che ha la battuta nella pallavolo giovanile moderna. La grande aggressività che sempre più riscontriamo nel servizio ha ridotto sempre più i tempi della fase di volo della palla dal momento in cui viene impattata dal colpo in battuta f ino a quando viene intercettata dal ricettore (tempi strettissimi, in questa fascia d'età misurabile in un tempo che va da 1 a 0,8 secondi). Questa situazione rende sempre più importante individuare, sin dai momenti valutativi iniziali, la caratteristica dell'indipendenza. Questo vuol dire che un bagher sensibile e in relazione al bersaglio deve poter essere realizzato anche in situazioni in cui il bagher va ad attivarsi in condizioni più
precarie, con le braccia che devono visive (nell'età di cui si parla, di dare la stessa risposta tecnica anche in situazioni di colpo fuori dall'asse corporeo, quindi dando grande enfasi nell’ effettuazione del bagher laterale senza che ciò incida in alcun modo sulle altre due caratteristiche del talento di cui sopra: il bagher di ricezione dev'essere orientato e sensibile in tutte le condizioni di attivazione ed esecuzione proprie di questo gesto. Il primo esame tecnico volto all'individuazione del talento nel bagher, quindi, deve tener conto di queste tre caratteristiche così come elencate. Ciò presuppone che si vada ad individuarle attraverso nsercitazioni semplici: in fase analitica, il lavoro di bagher, dalle esercitazioni più semplici a quelle più complesse, effettuato in risposta al palleggio, al palleggio in salto e al colpo controllato che ne stimolino la risposta più varia e più adeguata (sensibilità), per poi trasporlo in una situazione di gioco 4 contro 4 che parta dal servizio; un lavoro sintetico di ricezione e attacco a coppie (prima facendo attaccare chi non ha ricevuto, poi rendendo libera la scelta del palleggiatore sull'attaccante da attivare e, successivamente, inserendo nel lavoro anche l'interazione dei due ricettori con un centrale con diversi punti d'ingresso (relazione al bersaglio); porre un elastico, per tutta la lunghezza del campo, sui 4,5/5 mt dietro ai ricettori così obbligandoli a non indietreggiare per effettuare il bagher e nel contempo andandos ı provocarne, il più possibile, l'utilizzo del bagher laterale. Quelli appena citati sono solo alcuni dei lavori, come detto alquanto semplici, che hanno l'obiettivo di darci una risposta immediata sul talento del ricettore in esame e consentire cosi di andarne ad individuare anche le e eventuali debolezze e criticità. Ovviamente, una volta individuato il talento, si vanno ad analizzare altri aspetti altrettanto importanti e caratterizzanti il fondamentale. In primis, gli elementi che servono ad individuare e potenziare gli aspetti legati alla valutazione della traiettoria.
1 Percezione: questa caratteristica verte molto sulle qualità attentive del ricettore, in ogni caso facendogli comprendere quanto sia importante e tutt'altro che scontato porre la massima attenzione su tutto quanto precede il colpo in battuta del giocatore al servizio, sia in termini di individuazione della tipologia del servizio utilizzato che di caratteristiche del giocatore in battuta.
2 Lettura: in questo caso le differenze della qualità tecnica tra diversi ricettori si basano sulle loro capacità visive (nell'età di cui si parla, di frequente ci si può imbattere in problematiche giovanili legate legate a situazioni patologiche della vista ancora non compiutamente individuate, né del tutto definite).
Contemporaneamente, vanno analizzate e poi potenziate le attitudini motorie relative, fin qui solo valutate in relazione all'individuazione del talento. In merito alle suddette attitudini va specificato che, oltre a quanto verificato nell' ambito dei processi selettivi sul territorio, il lavoro che le riguarda viene più spesso strutturato in momenti diversi (negli stage nazionali o, comunque, nel corso dei primi collegiali della nascente nazionale Under 16). Il primo concetto che le riguarda è quello dell'anticipazione, una caratteristi-ca che sempre più si vede nei ricettori più attrezzati nell'alto livello, quella capacità che viene in evidenza nel momento in cui il ricettore non "subisce" la traiettoria ma, piuttosto, la aggredisce cercando di evita-re che la palla vada a superare l'asse delle spalle, di fatto provocandone l'intercettazione davanti a tale asse così da renderne più agevole la traiettoria di uscita della palla stessa dal piano di rimbalzo. L'altro concetto da individuare e sviluppare è quello del dinamismo dei piedi, col presupposto di un'articolazione tibio-tarsica assolutamente libera e flessibile, allo scopo di avere massimo appoggio del piede anche in situazione di compressio-ne, ma anche di essere nelle condizioni di favorire gli aggiustamenti degli arti inferiore allo scopo di favorire il più possibile il posizionamento del piano di rimbalzo. I lavori che proviamo a sviluppare e incrementare nel corso dell' attività della nazionale Under 16 sono basati, ad esempio, sulla destabilizzazione (partenza del ricettore in appoggio monopodalico, appoggio dell'altro piede solo nel momento del colpo in battuta ricettore che al momento del servizio fa un balzo a piedi pari verso destra o verso sinistra per poi riallineare e ricevere ricettore spalle al campo da cui proviene la battuta, frontalità solo al momento in cui si percepisce il colpo in battuta...). Questi lavori hanno la grande qualità di poter essere proposti in analitico, sintetico e globale, di provocare
una grande attenzione a ciò che succede al servizio, a dare enfasi al dinamismo dei piedi e, aspetto non secondario, a sviluppare in concreto il senso della percezione
di ciò che avviene. Non si può, in conclusione, non prendere in considerazione gli aspetti della specificità del ruolo, di sicuro più pratici e più vicini al risultato, in termini di risposta, che ogni allenatore vuole raccogliere nelle proprie atlete. Intanto si lavorerà sulla capacità che un ricettore di buona prospettiva deve avere in merito alla sua capacità di adattabilità alle traiettorie, in continuità con quanto si è già verificato sia in termini di individuazione del talento che per quanto attiene le sue attitudini motorie. Giova sottolineare ancora una volta che particolarmente in questo ambito deve essere ben chiara la capacità di avere un piano di rimbalzo indipendente, che sappia, cioè adattarsi a tutte le possibili traiettorie rispettando il "durante" (bagher laterale con facilità d'intervento anche in situazioni di equilibrio precario o appoggio monopodalico) e il "dopo" (non partire in posizione di ricezione troppo distanti dalla rete, di fatto andando a rendere problematici i tempi più veloci di esecuzione dell'at-tacco, oltremodo complicando, quindi, le transizioni tipiche del ricettore - attaccante nel cambio-palla). Altro aspetto è quello che occorre curare con maggiore attenzione il lato, destro o sinistro che sia, nel quale il ricettore fa maggiormente fatica, potenziando il lavoro dopo averne preventivamente verificato le problematiche tecniche o dinamiche e stabilendo su cosa intervenire. Sempre per quanto riguarda la specifi-cità del ruolo non vanno, ovviamente, dimenticati gli aspetti che hanno un maggiore coinvolgimento nella sfera della personalità dell'atleta in formazione. In primis, va verificata subito la "leadership" trai inostri ricettori, dote tipica di quel ricettore che saprà prendersi maggiori responsabilità, sia in ordine allo spazio da occupare che al momento del match in cui ciò avviene. Occorre anche tener presente che non sempre c'è piena corrispondenza tra leadership e capacità tecniche: va rilevato, in ogni caso, che un 'atleta con questo tipo di personalità, con questo "coraggio", va sempre e comunque incentivato a ciò, oltre ad essere messo nelle condizioni di migliorarsi sempre nell'ambito di cui si scrive. Ultimo aspetto, ma solo in ordine alla cronologia della trattazione, è quello della gestione dell'errore. Posto che quest’ultimo è un aspetto essenziale della crescita, il tecnico che lavora su questo dovrà, a mio parere, spostare l'attenzione del ricettore che sbaglia sulla sua capacità di reazione all'errore stesso. Impossibile immaginarsi un ricettore infallibile (basta guardare una partita di altissimo livello per rendersene conto), quello che va fatto metabolizzare all 'atleta giovane è che l'errore è parte del gioco e in quanto tale incide sulla sua prestazione come un qualsiasi altro errore in altre situazioni di gara, invogliandolo a comprendere la tipologia di errore commesso da una valutazione di posizionamento tecnico e trovare adeguate soluzioni.
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