NEUROPEDAGOGIA IN RETE
ALLENARE IL CERVELLO PER
MIGLIORARE IL GESTO TECNICO
Presentazione
Allenare in età evolutiva non significa soltanto insegnare gesti tecnici: significa dialogare con un cervello in crescita, capace di imparare in modo rapido ma anche delicato. La neuropedagogia ci offre le chiavi per capire come il sistema nervoso dei giovani atleti acquisisce e consolida abilità motorie, integrando corpo, emozioni e mente.
In questo post scopriremo:
- Come si sviluppa il cervello nelle diverse fasi della crescita.
- Quali sono i “periodi sensibili” per l’apprendimento tecnico.
- Le strategie per rendere l’allenamento più efficace, motivante e duraturo.
1. Introduzione: un ponte tra neuroscienze e pedagogia sportiva
La neuropedagogia nasce dall’integrazione tra neuroscienze, psicologia dello sviluppo e scienze dell’educazione, con l’obiettivo di comprendere come il cervello dei bambini e degli adolescenti apprende e organizza nuove competenze, anche motorie.
Nella pallavolo giovanile, questa prospettiva permette di:
- Adattare metodi di allenamento alle fasi di maturazione cerebrale.
- Favorire un apprendimento motorio stabile e trasferibile.
- Prevenire frustrazioni e demotivazione attraverso stimoli calibrati.
La neuropedagogia non è solo teoria: è un manuale operativo che ci dice quando, come e quanto stimolare un certo gesto tecnico in base alla fase di sviluppo della giovane atleta.
2. Sviluppo cerebrale e apprendimento motorio
L’età evolutiva è caratterizzata da una serie di processi neurobiologici che influenzano direttamente l’apprendimento motorio:
a) Mielinizzazione e velocità di trasmissione
- Nei primi anni e fino alla prima adolescenza, le vie nervose si ricoprono progressivamente di mielina, “ La mielina è una sostanza lipidica e proteica che forma una guaina, chiamata guaina mielinica, intorno agli assoni dei neuroni. Questa guaina funge da isolante, permettendo una trasmissione più rapida ed efficiente degli impulsi nervosi. In pratica, la mielina facilita la comunicazione tra i neuroni, rendendo possibili movimenti coordinati, percezioni sensoriali e funzioni cognitive.
- Funzioni principali della mielina: aumentando la velocità di conduzione dell’impulso.
- Isolamento: La guaina mielinica impedisce la dispersione dell'impulso nervoso, assicurando che il segnale rimanga focalizzato sull'assone e non si disperda verso fibre nervose vicine.
- Conduzione saltatoria: Nei neuroni mielinizzati, l'impulso nervoso non viaggia continuamente lungo l'assone, ma "salta" da un nodo di Ranvier all'altro (interruzioni nella guaina mielinica), aumentando notevolmente la velocità di trasmissione.
- Supporto trofico: La mielina contribuisce al nutrimento e alla salute dei neuroni.”
- Per l’allenatore: esercizi ripetitivi ma variati aiutano a consolidare i circuiti motori senza generare automatismi rigidi.
b) Plasticità cerebrale
- Il cervello dei giovani è altamente plastico: può creare nuove connessioni (sinaptogenesi) in risposta a stimoli coerenti e significativi.
- Nella pallavolo: attività che uniscono coordinazione oculo-manuale, percezione spazio-temporale e decision making “ In italiano, "decision making" si traduce come processo decisionale o presa di decisioni. Si riferisce al processo mentale che porta a scegliere tra diverse alternative, valutando pro e contro e considerando le conseguenze delle diverse opzioni. È un'abilità fondamentale sia nella vita personale che professionale, che implica la capacità di analizzare la situazione, definire obiettivi, generare alternative, valutarle e infine scegliere la soluzione più adatta”potenziano questa plasticità.
c) Sensibilità alle finestre di apprendimento
- Esistono “periodi sensibili” in cui alcune abilità motorie si sviluppano più facilmente.
- Ad esempio:
- 8-12 anni → massima capacità di apprendere schemi motori complessi.
- 12-14 anni → affinamento e stabilizzazione delle tecniche.
3. Principi neuropedagogici applicati alla pallavolo giovanile
- Multisensorialità
- L’apprendimento motorio è più solido se l’input arriva da più canali sensoriali: visivo (osservare il gesto), uditivo (feedback verbale), cinestesico (sentire il movimento).
- Esempio: far osservare un gesto, ascoltare la descrizione, eseguirlo lentamente, poi a velocità di gioco.
- Il sistema nervoso consolida più facilmente le informazioni corrette se il rinforzo arriva subito.
- Evitare feedback eccessivamente tecnici, meglio indicazioni brevi e positive.
Apprendimento distribuito
Brevi sessioni di lavoro su un fondamentale ripetute nel tempo sono più efficaci di lunghe sedute monotematiche. Favorisce la potenziata ritenzione a lungo termine.
Approccio ludico e sfidante
Il gioco attiva il sistema limbico, aumentando motivazione e rilascio di dopamina, che migliora memorizzazione e apprendimento motorio.
4. Ruolo delle emozioni: la chiave limbica
Il sistema limbico (in particolare l’amigdala) è un filtro: decide se un’informazione è rilevante e degna di essere memorizzata.
- Emozioni positive → maggiore predisposizione all’apprendimento.
- Emozioni negative (ansia, paura di sbagliare) → possibile blocco motorio e ridotta memorizzazione.
Per questo, l’allenatore deve:
- Creare un ambiente di sicurezza emotiva.
- Dare permesso di sbagliare senza giudizio.
- Usare il linguaggio come strumento di rinforzo, non di pressione.
5. Strategie pratiche in palestra
- Progressione dal semplice al complesso: iniziare con movimenti scomposti, poi integrarli in situazioni di gioco.
- Variabilità del compito: modificare altezze, traiettorie e tempi per migliorare l’adattabilità motoria.
- Autocorrezione guidata: incoraggiare l’atleta a “sentire” quando un gesto è corretto.
- Uso di metafore motorie: collegare il movimento a immagini mentali semplici (es. “spingi la palla come se volessi passarla oltre un muro invisibile”).
6. Conclusione: un’allenatrice o un allenatore “neuroconsapevole”
Integrare la neuropedagogia nella pallavolo giovanile significa:
- Allenare cervello e corpo insieme.
- Rispettare i tempi biologici di maturazione.
- Sfruttare emozioni e motivazione come carburante dell’apprendimento.
Un allenatore “neuroconsapevole” non solo migliora la tecnica delle atlete, ma forma ragazze capaci di imparare ad imparare, competenza che le accompagnerà ben oltre la palestra.
Stefano Lorusso
Riferimenti consigliati
- Jensen, E. Teaching with the Brain in Mind. ASCD.
- Magill, R. A. Motor Learning and Control. McGraw-Hill.
- Ratey, J. J. A User’s Guide to the Brain. Vintage.
- Schmidt, R. A., & Lee, T. D. Motor Control and Learning. Human Kinetics.
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