IL TEMPO E LO SPAZIO NEI GIOCHI SPORTIVI
Spazio e tempo
Spazio e tempo sono le due dimensioni sempre presenti nell’esperienza umana, sono le ‘coordinate’ all’interno delle quali “avviene il rapporto tra il sé ed il mondo” (Casolo, 2016). La strutturazione spazio-temporale è il processo che porta il bambino ad imparare a gestire le informazioni relative allo spazio ed al tempo in forma congiunta; questa capacità, integrata con i dati relativi alla percezione del proprio corpo (l’elaborazione, l’organizzazione e l’interpretazione degli stimoli sensoriali provenienti dagli analizzatori tattili, visivi, uditivi e cinestesici), permette l’orientamento e la coordinazione negli atti motori. Nonostante la costante interazione tra le componenti spaziali e quelle temporali le renda di fatto inscindibili, è possibile definirne analiticamente i concetti principali. Gli aspetti spaziali riguardano, in prima battuta, i rapporti topologici (alto/basso, sopra/sotto, davanti/dietro…) e lo spazio prossimo o proiettivo (l’applicazione di questi concetti agli altri e agli oggetti); a questi si affiancano gli elementi di occupazione dello spazio (pieno/vuoto, fitto/rado) e quelli relativi allo spazio laterale (destra/sinistra) e allo spazio euclideo (traiettorie, distanze e forme)
La comprensione del tempo individua i concetti temporali semplici (momento preciso, contemporaneità e successione) e quelli complessi (durata, periodicità e velocità), a cui si aggiunge la consapevolezza del tempo cronologico-oggettivo (quello scandito dall’orologio), che è il mezzo per la sincronizzazione con gli altri e con il mondo. In più, didatticamente è di spiccata rilevanza il tempo soggettivo, detto anche tempo psicologico o emozionale. Teorizzato tra gli altri dal filosofo francese Henri Bergson che lo denominò tempo vissuto, l’idea fondante risiede nella percezione soggettiva del tempo: gli stati d’animo e l’emotività alterano inequivocabilmente il vissuto temporale, cosicché attività con la stessa durata oggettiva vengono avvertite dal soggetto in maniera differente. In questo modo, un gioco di movimento divertente sembra finire presto mentre una spiegazione teorica più “noiosa” può apparire più dilatata nel tempo.
Aspetti didattici e metodologici
Approcciandosi all’insegnamento dei giochi sportivi, con riferimento particolare agli aspetti spaziali e temporali, è utile tenere presenti sia le tappe evolutive sia lo stadio di sviluppo di ogni giocatore. Considerando le prime fasce d’età si sottolinea il valore prezioso di affiancare tra loro diverse discipline sportive favorendo il transfer motorio tra le abilità da esse richieste. In questa fase è utile tenere a mente che l’apprendimento cognitivo dell’allievo è potenziato quando l’ambiente (setting didattico) propone molteplici stimolazioni spazio-temporali e sensoriali. Questi aspetti riguardano principalmente la percezione degli attori del gioco (i compagni e gli avversari), dell’attrezzo e dell’orientamento del proprio corpo (nello spazio, nel tempo e rispetto al target da attaccare o da difendere). Sia nei giochi di invasione che in quelli di rimando, i primi obiettivi che ogni giovane giocatore deve raggiungere fanno quindi riferimento al dominio del proprio corpo, dell’attrezzo e dello spazio. L’affinamento delle capacità coordinative è prerequisito necessario per la conquista di ognuno di questi traguardi. I metodi induttivi che riguardano la libera esplorazione dell’ambiente (opportunamente disegnato sul campo dall’allenatore), l’apprendimento per prove ed errori e la risoluzione, autonoma o collaborativa, dei problemi del gioco sono particolarmente efficaci in questa fase. L’allenatore è quindi un “facilitatore”, che, predisponendo esercitazioni adeguate al livello e all’età degli allievi, ne guida la graduale scoperta delle abilità e competenze.
A - dimensioni del campo
B - il numero di giocatori
C - alcune regole
I vantaggi di questa attività, sono che possiamo combinare gli aspetti tecnico-tattici con quelli fisici attraverso esercitazioni di gioco controllate
Inoltre è stato dimostrato che i giocatori toccano la palla 3 volte in più nel 2x2 e 2 volte in più nel 3x3 rispetto all’6x6
Attraverso i “Giochi di contrasto” i giovani atleti sviluppano la creatività trovando soluzioni differenti in spazi ridotti. Inoltre
permettono il miglioramento dei fondamentali tecnici sotto pressione avversaria associando il divertimento, componente essenziale nell’apprendimento, Possiamo quindi affermare che:
A – l'atleta è maggiormente coinvolto in situazioni di gioco
B – l'atleta è chiamato ad eseguire costantemente delle scelte e quindi migliora dal punto di vista tattico
C - l'atleta tocca più volte la palla
D - l'atleta partecipa più attivamente grazie al divertimento
La riduzione del numero di giocatori impiegati comporta un aumento di più aspetti
A - Maggiore intensità
B - Esercitazione di abilità motorie (Tecniche di gioco), in fase situazionale
C - Maggiore attenzione e coinvolgimento emotivo
D - Attivazione di un comportamento
Gioco 2 contro 2 a campo ridotto. Esercizio a tempo 10’ con appoggio attacco controllato. L’allenatore mette in gioco la palla le atlete eseguono un appoggio alzata e attacco. Dopo ogni azione si cambiano di posizione. Si può modificare la dimensione del campo e il tempo con il punteggio. Porre l’attenzione sul numero di scambi
Gioco 2 contro 2 a campo ridotto. Esercizio a tempo 10’ con battuta ricezione attacco controllato. Un atleta batte le atlete del campo opposto eseguono una ricezione alzata e attacco. Dopo ogni azione si cambiano di posizione. Si può modificare la dimensione del campo e il tempo con il punteggio. Porre l’attenzione sul numero di scambi
Nessun commento:
Posta un commento