martedì 27 novembre 2018

LO STRETCHING

La parola "stretching" è un termine che proviene dall'inglese "ti stretchin" che in italiano significa allungamento. È un sistema che consiste nell'allungamento muscolare e nella mobilizzazione delle articolazioni attraverso l'esecuzione di esercizi di stiramento, semplice complessi, allo scopo di mantenere il corpo in un buono stato di forma. Le origini stretching
Sono varie, quello più conosciuto è quello codificato da Bob Henderson. Gli esercizi di stretching sollecitano, come precedentemente descritto l'intervento delle forze elastiche interne al muscolo.
Prenderemo in considerazione due tecniche fondamentali di allungamento, le tecniche statiche e quelle dinamiche

Tecniche statiche
Si pensa, ad una prima analisi, che le metodiche di stretching statico intervengono solamente sul sistema muscolo-tendineo, in realtà si parla di stretching fasciale o connettivale perché queste strutture vengono modificate dall'allungamento. Ricordiamo che il sistema fasciale comprende le aponeurosi, i legamenti il tessuto connettivo presente all'interno del muscolo come fibra collagene e all'esterno come tessuto fasciale di contenimento.
L'allungamento muscolare e influenzato da due principali fattori di esecuzione: l'intensità e il volume o durata. Le deformazioni plastiche del tessuto fasciare si ottengono con una bassa intensità di esecuzione (sotto la soglia del dolore)
Mantenimento abbastanza lungo della posizione (alta data di esecuzione). Inoltre anche la velocità di esibizione importante, infatti un movimento brusco provoca l'attivazione del riflesso miotatico o di stiramento. Questo determina come azione di difesa una contrazione del muscolo e quindi un accorcia e go dello stesso.
La tecnica realizzata da Bob Henderson e la diffusa grazie alla sua relativa facilità di esecuzione. Il segmento corporeo da allungare viene portato lentamente al limite del suo range di movimento, dove si accentua la sensazione di intenzione di allungamento, quest'ultima comunque non dev'essere mai dolorosa.
Questa posizione deve essere mantenuta dai 15 ai 30 secondi e anche di più se le articolazioni interessate sono quelle degli arti inferiori o della colonna vertebrale. Si tratta di una tensione di allungamento detta anche passiva, in quanto la posizione della tensione si raggiungono grazie alle forza di gravità o all'aiuto di un compagno o semplicemente con l'intervento di altri gruppi muscolari.
I miglioramenti con questa tecnica si ottengono perché le strutture muscolari fasciali (connettivali) sono capaci, data la loro plasticità, di adeguarsi alle maggiori richieste di "tensione mento". Se questo aumenta con la pratica degli esercizi di stretching esse si adegueranno allungandosi, se invece diminuirà con l'inattività tenderanno ad accorciarsi.
Un'altra tecnica di allungamento che appartiene allo stretching statico o connettivale è quella definita PNF (Propriocettive Neuromuscolar Facilitation) messa a punto da Kabat.
Viene eseguita una contrazione isometrica submassimale di serio 10 secondi, un rilassamento di 2 o 4 secondi ed infine un allungamento simile alla tensione di sviluppo di Handerson sul muscolo da allungare. Ogni sequenza di contrazione, rilassamento allungamento viene ripetuta tre o quattro volte. Questo metodo si basa sul riflesso miotatico inverso di Sherrington,
secondo il quale gli organi muscolo-tendindi del Golgi, siti all'interno dei tendini, sono sensibili allo stiramento prodotto da una forte contrazione circolare come quelle isometriche questi organi inviano al sistema del ruolo centrale informazioni riguardanti la forza di contrazione muscolare attraverso il nervo sensorio. Se questa contrazione è tanto forte da poter arrecare un danno, il sistema nervoso centrale rinvia un informazione attraverso il nervo motorio, che provoca un rilassamento del minuscolo interessato. Pertanto si parla di riflesso nervoso inibitore (o di inibizione autogena), che faciliterebbe il successivo allungamento muscolare. Questa tecnica di allungamento muscolare necessita tuttavia di una fase preliminare di apprendimento adeguato, prima di poterne ricavarne i massimi benefici, può essere consigliabile l'assistenza di un fisioterapista. 
                                                                                           Stefano Lorusso.

martedì 20 novembre 2018




CORSO DI AGGIORNAMENTO FIPAV 
SULLA RICEZIONE
UNDER 14 FEMMINILE 
LIVELLO DI ECCELLENZA
PROF. GIUSEPPE BOSETTI




sabato 13 ottobre 2018

LIVELLO MOTORIO DURANTE LA FANCIULLEZZA

Un ben ritrovati ai tantissimi amici e colleghi che seguono il mio Blog. Ringrazio per gli attestati di stima che ricevo sia sui social sia per e-mail. 
Oggi vi presento un nuovo post, con una ricerca tratta da un articolo della rivista SDSA firma di Nicola Lovecchio del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli studi di Milano, Matteo Gerenzano della scuola di scienze motorie, università dello studio di Milano, Matteo Giuriato Dipartimento di scienze umane, Università degli Studi di Verona e Antonio La Torre del Dipartimento di scienze biomediche per la salute, Università degli studi di Milano. Che potete visionare e scaricare dal mio sito all’indirizzohttps://sites.google.com/site/professionalvolley/home
Da qualche anno è diventato palese il riscontro che il livello motorio dei fanciulli italiano sia peggiorato. Questa constatazione e innegabile ma sarebbe un errore collocare tale peggioramento anche sotto i livelli dei coetanei europei. Oltre 600 fanciulli In età scolare (scuola primaria 6-11 anni) Sono stati liberamente coinvolti in questo studio per Verificare se il livello di performance fisica dei nostri giovani studenti sia realmente inferiore se paragonato a quello dei giovani degli altri Stati. I dati indicano, ovviamente, differenze significative tra livelli ottenuti dei maschi rispetto alle femmine (soprattutto dopo i 10 anni) ma non permettono di rilevare significative differenze  rispetto alle altre nazioni europee. Quindi se è vero che i giovani stanno diventando sempre meno performanti rispetto a soli 10 anni fa, possiamo valutare di essere in un trend comune che ingloba molti paesi diversi per economia, sviluppo, territorio e tradizione. Questi dati impongono dunque riflessioni sulle strategie di intervento per la diffusione delle diverse discipline sportive in ambito giovanile.
Come sempre spero che il materiale che inserisco possa essere di stimolo e mezzo di formazione per migliorare sia le nostre conoscenze sia un miglior approccio metodologico in palestra.
Auguro a tutti un proficuo anno sportivo.
Arrivederci al prossimo post. 

Stefano Lorusso

martedì 24 luglio 2018



LA METODOLOGIA PSI.CO.M.


Un caro saluto a tutti gli  amici e colleghi che seguono assiduamente il mio Blog dalle diverse parti del mondo. Siamo ormai in estate inoltrata, tempo di riposo ma anche di studio ed aggiornamento. Oggi vi propongo un post tratto da un articolo della rivista SDS “fondamentale strumento di ricerca e aggiornamento”, Di Massimo Sciuto, Responsabile Servizio di Riabilitazione Psichiatrica presso CENTRO CLINICO ALETEIA. Sullo sviluppo dell’intelligenza attraverso il movimento nell’età evolutiva con il metodo PSI.CO.M. Il concetto di variabilità dell’esercizio, costituisce uno dei principi alla base della prassi didattica dell’educazione motoria. La focalizzazione sulla variabilità delle esperienze motorie, però rischia di perdere di vista che il divenire e parte di un processo più ampio complesso in cui lo sviluppo cognitivo (ma non solo) ricoprono ruolo centrale.
Il materiale in formato PDF lo potete trovare e scaricare all’interno del mio sito e nella home page e all’indirizzohttps://sites.google.com/site/professionalvolley/home
Vi auguro una buona lettura e serene vacanze. 
                                                                                                                    Stefano Lorusso

martedì 8 maggio 2018







APPUNTI PER LA RICEZIONE


Un caro saluto ai Tantissimi amici e colleghi che mi seguono attraverso il mio blog, il sito e la mia pagina di Facebook.  In questi mesi ho elaborato una serie di appunti con teoria e pratica per l’allenamento della ricezione. All’interno del file ci sono delle tabelle con 24 esercizi in forma analitica, sintetica e globale facili da consultare e realizzare in allenamento. Per chi fosse interessato può contattarmi in privato su Messenger o inviando una mail all’indirizzo volleyproje@gmail.com. Vi attendo numerosi. Stefano Lorusso.