COORDINAZIONE IL PONTE TRA 

APPRENDIMENTO MOTORIO 

TECNICHE DI BASE 

E GIOCO  








Il post includerà: 


  • introduzione teorica (scienze motorie e pedagogia sportiva)
  • focus sulle capacità coordinative nella pallavolo
  • adattamenti per la fascia giovanile femminile
  • esempi pratici di esercitazioni
  • conclusione formativa e metodologica
  • bibliografia in italiano

Presentazione al post

Nel percorso di formazione di una giovane pallavolista, la coordinazione rappresenta il filo invisibile che unisce corpo, mente e gesto tecnico.
Allenare le capacità coordinative non significa soltanto migliorare la precisione o la rapidità dei movimenti, ma costruire una vera e propria intelligenza motoria, capace di leggere il gioco, anticipare le situazioni e reagire con efficacia.
Nella pallavolo giovanile femminile, dove la crescita motoria si intreccia con quella emotiva e relazionale, lo sviluppo coordinativo assume un valore ancora più profondo: diventa il terreno fertile su cui fioriscono la tecnica, la fiducia e la creatività in campo.
Questo articolo esplora in modo approfondito il ruolo delle capacità coordinative nello sviluppo tecnico delle giovani atlete, proponendo una visione metodologica e pedagogica integrata.
Attraverso principi scientifici, esempi pratici e riflessioni sull’approccio educativo dell’allenatore, il testo offre strumenti concreti per rendere l’allenamento un laboratorio di crescita motoria e personale.
Un viaggio nella formazione tecnica delle giovani pallavoliste, dove la coordinazione non è un obiettivo a sé, ma la chiave per costruire il talento.

1. Introduzione: il ruolo delle capacità coordinative nella formazione tecnica

Nel contesto della pallavolo giovanile femminile, l’allenamento delle capacità coordinative rappresenta uno degli elementi fondamentali del processo di costruzione del gesto tecnico. Le capacità coordinative sono le abilità che permettono all’individuo di organizzare, controllare e regolare i movimenti in modo efficace, economico e adattabile alle situazioni variabili del gioco.
Esse costituiscono la base funzionale su cui si innestano le capacità condizionali (forza, velocità, resistenza, mobilità) e le abilità tecniche specifiche (palleggio, bagher, battuta, attacco).
In età giovanile, in particolare tra i 10 e i 14 anni, il sistema nervoso centrale presenta una straordinaria plasticità e ricettività agli stimoli motori. È proprio in questa fase che si costruiscono gli schemi motori di base, la percezione spazio-temporale e la capacità di anticipazione e reazione: prerequisiti indispensabili per lo sviluppo tecnico nella pallavolo.


2. Le capacità coordinative: definizione e classificazione

Le capacità coordinative vengono tradizionalmente suddivise in generali e speciali.
  • Capacità coordinative generali: sono quelle che permettono di gestire e controllare l’atto motorio in ogni situazione (orientamento, equilibrio, ritmo, reazione, differenziazione, adattamento).
  • Capacità coordinative speciali: sono legate più direttamente alle abilità specifiche della disciplina sportiva, come la capacità di anticipazione, di combinazione motoria e di accoppiamento gesto–situazione.


Nel contesto della pallavolo giovanile femminile, le più rilevanti sono:

Capacità di orientamento spazio-temporale – utile per la lettura della traiettoria della palla e il posizionamento in campo.

Capacità di equilibrio – indispensabile per mantenere la stabilità durante i salti e le fasi di ricezione.

Capacità di ritmo – necessaria per la sincronizzazione tra gesto tecnico e tempo del gioco (palleggio, rincorsa, attacco).

Capacità di reazione – cruciale per rispondere a stimoli improvvisi, come deviazioni del pallone o variazioni di gioco.

Capacità di differenziazione cinestetica – permette di regolare la forza e la precisione nei colpi.


3. La finestra sensibile dell’età giovanile

L’età compresa tra i 9 e i 13 anni è definita dagli studiosi come la fase sensibile per lo sviluppo coordinativo.
In questo periodo:
  • il sistema nervoso raggiunge un alto grado di maturazione;
  • si consolida la capacità di apprendimento motorio;
  • l’adolescente è predisposto alla sperimentazione e alla varietà degli stimoli.

Nelle giovani atlete di pallavolo, ciò si traduce nella possibilità di costruire una solida base tecnico-coordinativa che permetterà, in età successiva, di automatizzare gesti complessi (attacco, muro, difesa dinamica) in condizioni di alta velocità e stress.
Allenare la tecnica senza curare la coordinazione significherebbe costruire abilità poco stabili, difficilmente trasferibili alle situazioni reali di gioco.


4. L’integrazione tra capacità coordinative e sviluppo tecnico


L’allenatore deve considerare la coordinazione non come una fase a sé stante, ma come parte integrante di ogni seduta tecnica. 
L’obiettivo è far sì che ogni gesto tecnico sia eseguito in condizioni di variabilità e adattamento, stimolando così le capacità coordinative specifiche.

Esempi pratici:
  • Palleggio in movimento con variazioni di distanza, traiettoria e tempo.
  • Bagher su palle imprevedibili lanciate da direzioni differenti.
  • Attacco dopo spostamento irregolare o dopo compiti secondari (ad esempio riconoscere un colore o un numero prima dell’esecuzione).
  • Esercizi di anticipazione visiva attraverso l’uso di segnali o palloni numerati.

Questo approccio rende l’allenamento più “ecologico”, cioè più simile alle condizioni reali del gioco, e migliora la capacità delle giovani atlete di adattare il gesto tecnico alle situazioni variabili che la partita propone.


5. Strategie metodologiche per l’allenatore giovanile

Per un allenatore del settore giovanile femminile, il lavoro coordinativo deve rispettare alcuni principi metodologici fondamentali:
Varietà e creatività degli stimoli – alternare esercitazioni diverse, ludiche e non ripetitive.

Coinvolgimento cognitivo – proporre compiti che richiedano attenzione, anticipazione e decisione.

Progressione didattica – partire da situazioni semplici per arrivare a gesti complessi.

Feedback positivo e rinforzo – valorizzare l’aspetto esperienziale e l’autoefficacia percepita.

Inserimento nella dinamica di squadra – le capacità coordinative devono essere sviluppate nel contesto collettivo, poiché la pallavolo è uno sport di relazione.


Il metodo Random per sviluppare la coordinazione attraverso il gioco

Uno dei sistemi che si associa in modo efficace per l’acquisizione e il miglioramento delle capacità coordinative attraverso il gioco è il metodo Random, o allenamento con variabilità controllata. Il sistema a cui faccio riferimento si fonda proprio su questo principio: stimolare il cervello e il corpo dell’atleta a trovare soluzioni motorie sempre diverse, mantenendo alta l’attenzione, la percezione e la capacità di scelta. 
Applicato alla pallavolo giovanile femminile, questo metodo diventa uno strumento potentissimo per migliorare la reattività, la flessibilità motoria e l’intelligenza di gioco. Attraverso esercitazioni in cui i parametri cambiano continuamente — direzione, tempo, intensità, stimoli visivi o tattili — l’atleta impara a leggere la situazione, anticipare l’azione e reagire in modo efficace.
Il metodo Random rompe la monotonia dell’allenamento tradizionale e porta le giovani giocatrici a sviluppare una coordinazione funzionale e adattiva, indispensabile per affrontare la complessità reale del gioco. Un approccio moderno, dinamico e cognitivo che trasforma ogni seduta in un laboratorio di apprendimento motorio e decisionale.
L’utilizzo di giochi pre-sportivi, percorsi motori e compiti con variabilità controllata aiuta, inoltre le giovani atlete a migliorare le loro competenze percettivo-motorie e a trasferirle ai gesti tecnici.
Queste esercitazioni permettono di sviluppare simultaneamente coordinazione, concentrazione e capacità decisionali, rendendo il gesto tecnico più efficace e stabile nel tempo.


6. Aspetti psicopedagogici e genere femminile

Nel settore giovanile femminile, l’approccio coordinativo deve tener conto anche delle caratteristiche psicologiche e relazionali tipiche di questa età: sensibilità emotiva, bisogno di conferma, attenzione al gruppo e motivazione sociale.
L’allenatore deve creare un ambiente empatico, stimolante e privo di giudizio, in cui la sperimentazione motoria non venga bloccata dal timore di sbagliare.
Le ragazze apprendono meglio in contesti in cui il clima motivazionale è orientato al compito e non al risultato. In questo senso, le esercitazioni coordinative, se proposte in chiave ludica e partecipativa, diventano un potente strumento educativo oltre che tecnico.


7. Conclusioni

Allenare le capacità coordinative nella pallavolo giovanile femminile significa costruire le fondamenta della competenza motoria e tecnica. Senza coordinazione, la tecnica rimane fragile; senza tecnica, la coordinazione non trova applicazione.
L’integrazione tra le due componenti consente di formare atlete più consapevoli, creative e adattabili — in grado di leggere il gioco e di eseguire i gesti con efficacia e armonia. L’allenatore giovanile deve quindi porsi come educatore del movimento, capace di trasformare ogni esercizio tecnico in un’esperienza percettivo-motoria completa, dove mente e corpo crescono insieme.

Stefano Lorusso 

Bibliografia 

  • Meinel, K., Schnabel, G. (2004). Teoria del movimento. Società Stampa Sportiva.
  • Vittori, C. (1994). L’allenamento sportivo giovanile. Calzetti & Mariucci.
  • Bosco, C. (2000). La forza muscolare e il movimento. Edizioni Calzetti & Mariucci.
  • Bellotti, M. (2012). Le capacità coordinative nello sport giovanile. SEI.
  • Preatoni, E., Rodano, R. (2007). Biomeccanica e apprendimento motorio. Edizioni ETS.
  • D’Isanto, T. (2018). Metodologia dell’allenamento giovanile. Edises.




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