lunedì 5 ottobre 2015


LA PROGRAMMAZIONE



LA QUALITÀ DEL LAVORO È PIÙ IMPORTANTE
 DELLA QUANTITÀ



Probabilmente questa affermazione è in controtendenza con i principi fondamentali dell'allenamento " il volume di allenamento è il fattore riconosciuto oggettivamente come unico correlato all'efficacia formativa e didattica (l'efficacia didattica nella pallavolo è correlata al numero di ripetizioni"
È chiaro che il volume di allenamento è importante, ma dev'essere sempre correlato alla qualità del lavoro.

Il consiglio è di investire del tempo nella pianificazione,  degli obiettivi che ti prefiggi a breve, medio e lungo termine. Possiamo creare un semplice elenco dei tre passi necessari per raggiungere un obiettivo:

1. Informazione.

2. Pianificazione.

3. Azione

Senza pianificazione  è difficile raggiungere dei risultati. Quando  inizi un percorso di formazione,  fatti  sempre  la  domanda:  so  dove  voglio  arrivare,  e  so come arrivarci?  Se  la risposta è  no,  fermati:  devi  pianificare  di  più. Prendi  gli  obiettivi  che  vorresti raggiungere e  scrivili  uno  sotto  l'altro,  poi prendi  una  penna  e  dagli  un  voto  da  1  a  5  dove  1  è  “questo  obiettivo  per me è meno importante”,  e  5  “questo  obiettivo  è  al  centro  dei  miei  pensieri.” In  questo  modo  dividerai  ogni  obiettivo  per  importanza  e  potrai  decidere

Un obiettivo deve essere  definito  con  precisione  sia spaziale  che  temporale. L'obiettivo deve  essere  definito  perché  devi  poterlo  misurare:  "di  più"  se è  troppo vago,  non  ti  da  un  punto  di  arrivo  sul  quale  misurare  i  risultati.

Se vuoi che un obiettivo sia ben  definito, deve essere anche pratico. L'obiettivo  deve  essere  un'azione, non uno stato. Tu vuoi fare qualcosa,  non essere qualcosa o diventare qualcosa.

Come ho scritto nel precedente elenco l'informazione è l'elemento principale per poter costruire un piano di lavoro su base scientifica. Sistemi empirici derivanti solo da esperienze passate "magari da giocatore" sono sconsigliati.

Un allenatore deve avere conoscenze su tre livelli:

1 Fisico - motorio

2 Tecnico - Tattico

3 Psicologico - Coaching Sportivo

Un sistema sia per migliorare il proprio bagaglio culturale nel campo dell'allenamento sia per formulare correttamente un obiettivo creando un proficuo piano di allenamento è attraverso le mappe concettuali.


Cosa sono le mappe concettuali? 


La mappa concettuale è la rappresentazione grafica di un concetto, una informazione o una conoscenza. Fu teorizzata da Joseph Novak negli anni settanta.


Le mappe servono per rappresentare in un grafico le proprie conoscenze intorno ad un argomento specifico secondo un principio cognitivo di tipo costruttivista, per cui ciascuno è autore del proprio percorso conoscitivo all'interno di un contesto, e mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado cioè di modificare davvero le strutture cognitive del soggetto e contrapposto all'apprendimento meccanico, che si fonda sull'acquisizione mnemonica. Le teorie del prof. J. D. Novak sono infatti fortemente collegate a quelle di David Ausubel.

Utili accorgimenti per realizzare una mappa concettuale sono i seguenti:

individuare chiaramente la "domanda focale", ovvero il tema che si sta descrivendo e che circoscrive l'ambito di analisi, ad esempio "su cosa devo lavorare per migliorare la ricezione punto della mia squadra"
svilupparla per quanto possibile dall'alto verso il basso, considerando le relazioni trasversali una eccezione;
adottare una logica di realizzazione di tipo connessionista: prima avviene l'identificazione dei concetti, poi la creazione delle relazioni associative tra di essi;
riuscire a collegare i diversi argomenti in modo chiaro e corretto.  



PROPOSTA PER LA PROGRAMMAZIONE DELL'ALLENAMENTO PER LA RICEZIONE - ATTACCO


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Questa mappa è stata realizzata personalmente con un'applicazione specifica scaricabile gratuitamente sia su iPad sia su computer.
Penso sia un sistema di analisi e programmazione molto utile, che chiarisce i concetti che intendiamo sviluppare in allenamento. È importante che per ogni elemento e relativo collegamento ci sia la dovuta conoscenza della materia. La base per una buona programmazione è la formazione.
Molti colleghi mi chiedono di dare indicazioni su esercizi per migliorare la ricezione, la coordinazione, ecc..
Penso che, come dice una metafora sia più importante imparare a coltivare la terra "anche se più faticoso" che avere per una volta il prodotto finito. Così vale anche per la programmazione degli allenamenti e degli esercizi.
Se non conosciamo il modello prestativo ad esempio per l 'Under 12 con riferimento al bagher per la categoria in oggetto e i relativi collegamenti per migliorare la performance in partita non riusciremo ad ottenere i risultati voluti.
La domanda che mi sono posto quando ho partecipato al primo corso per diventare allenatore è stata:
Che cos'è una capacità coordinativa e come si allena? Cos'è una capacità condizionale, come si produce uno stimolo e come un atleta reagisce a quello stimolo.
Allora l'ausilio del computer era allo stato "primordiale" mentre c'erano parecchi libri che trattavano, la materia ma vi assicuro mi sembravano molto difficili da mettere in pratica.
Con il tempo, studiando, osservando i migliori allenatori del settore giovanile, partecipando alle varie collegiali delle nazionali Pre-Juniores e Juniores sperimentando ho cominciato ad ottenere qualche risultato.
Vi assicuro per mia caratteristica ho sempre provato a costruire esercizi, prendendo spunto da altri allenatori ma inserendo sempre qualcosa che avevo imparato, studiato. Per concludere ripeto che la formazione è basilare.


Estrapolando alcune parti della mappa utilizzata come esempio penso che l'elemento che limita la performance, soprattutto nelle prime categorie giovanili è il bagher. Ho già trattato l'argomento nei post precedenti, ma cercherò attraverso una mappa successiva di chiarire qual'è l'anello debole nella catena didattica per l'apprendimento del bagher con particolare riferimento alla ricezione. 
Osservando lo schema, possiamo dedurre che per allenare, meglio costruire questo fondamentale individuale, bisogna lavorare su più aspetti. La scelta del modello prestativo, l'aspetto fisico e motorio e inserirei anche gli stimoli motivazionali, più semplici da dare ad esempio per l'attacco.
Durante le partite, soprattutto dei campionati under 12/13 con particolare riferimento a quelli femminili, sento gli allenatori a gran voce, dire alle proprie atlete: "Piega le gambe, Stai bassa, muoviti veloce, ecc..." Io nella mia testa penso, ma cosa hai fatto in allenamento? E probabilmente la bambina penserà insegnami come devo,fare.
Credo ad esempio che l'elemento forza degli arti inferiori può essere uno degli anelli deboli nella costruzione del fondamentale di BAGHER per la ricezione. Se analizziamo la tecnica, notiamo che ci sono due fasi durante l'azione, una eccentrica "con piegamento delle gambe" una concentrica "con parziale distensione delle gambe" è la spinta delle caviglie per uscire dalla posizione dando qualità al gesto tecnico. Per eseguire correttamente l'intero movimento è necessario avere una buona muscolatura a livello del quadricipite, da allenare sia in forma dinamica, sia isometrica. Ad esempio esercizi a carico naturale come il mezzo squot dinamico, o mantenendo la posizione in isometria sono molto utili. Andature in quadrupedia, "leprotto" ecc.. All'interno del blog potete trovare dei video e sul sito all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/home nella cartella dedicata agli esercizi una serie di spunti per l'allenamento del BAGHER. Spero di aver dato un contributo per approfondire e migliorare il lavoro di programmazione, anche se noioso ma fondamentale. Arrivederci al Prossimo Post. Buon Lavoro.


Stefano Lorusso.


mercoledì 23 settembre 2015


Torino 12 settembre 2015                                                                                                                          Prof. Marco Mencarelli



CORSO DI AGGIORNAMENTO          

ORGANIZZARE UN SETTORE GIOVANILE VINCENTE

Staff - strutture - programmazione pluriennale




La carriera di Marco Mencarelli inizia nel 1992, all'interno della struttura tecnica federale delle squadre nazionali come collaboratore, sia per quanto riguarda il settore maschile che femminile. Dal 2001 al 2004 è vice allenatore della nazionale femminile, con la quale ottiene la medaglia d'oro al campionato mondiale del 2002 e partecipa ai Giochi Olimpici di Atene 2004. Successivamente guida la nazionale sperimentale ai Giochi del Mediterraneo di Almeria 2005, dove conquista la medaglia di bronzo, iniziando al contempo una collaborazione con il Club Italia.


Partecipa al campionato mondiale del 2006, sempre come secondo, diventando anche tecnico
della nazionale femminile juniores e, dal 2007, assumendo l'incarico di direttore tecnico delle squadre nazionali giovanili e del Club Italia. Alla guida della juniores ottiene quattro medaglie d'oro, di cui una nel campionato mondiale 2011[1] e tre consecutive ai campionati europei del 2006, 2008 e 2010, oltre a una medaglia di bronzo nell'edizione del 2012[2]. Alla fine del 2012 diventa commissario tecnico della nazionale maggiore[3], vincendo la medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo 2013[4], fino al'esonero avvenuto nel 2014.


Nella
stagione 2014-15 allena la squadra femminile del Club Italia, che guida alle semifinali dei play-off per la promozione in Serie A1 e ai quarti di finale della Coppa Italia di categoria; contemporaneamente assume la guida della nazionale italiana pre-juniores femminile, che conduce al titolo mondiale 2015[5]. A partire dall'annata successiva viene ingaggiato dalla Futura Volley Busto Arsizio, per il suo primo incarico nel massimo campionato italiano.                                                                  


Il file in formato PDF lo potete trovare e scaricare sulla 'homepage del mio sito  all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/home alla voce aggiornamento.
Spero che il materiale che trovate all'interno del sito e del Blog sia di vostro interesse. Potete suggerire argomenti da trattare di vostro interesse o consulenze mandando una e-mail al mio indirizzo di posta elettronica volleyproje@gmail.com. Buon Allenamento.

                                                                                                                 STEFANO LORUSSO

















sabato 22 agosto 2015


L'ALLENAMENTO PER LA FORZA IN ETÀ GIOVANILE


Il periodo dell’infanzia è particolarmente adatto allo sviluppo della forza tramite un giusto allenamento

Spesso mi ritrovo di fronte a frasi del tipo “sei troppo piccolo per andare in palestra”, “andare in palestra così giovane è dannoso” ecc., e allora mi chiedo: ma esistono davvero problemi legati all’allenamento in palestra per i giovani? Molti preparatori sconsigliano questo allenamento preferendo i cosidetti esercizi a carico naturale, dicendo che allenarsi in palestra è troppo “pesante” per soggetti in via di sviluppo. Iniziamo con una piccola riflessione: il peso del corpo (carico naturale) è sicuramente un carico più alto di quello imposto dai pesi, è un carico non graduabile e forse, in certi casi, troppo elevato per le articolazioni in quell’età. A mio parere (e non solo mio) non ci sono controindicazioni nel praticare attività di pesi in giovane età, anzi possiamo dire che:
- Carichi adeguati facilitano la formazione dell’osso
- Alcuni studi parlano di aumenti nella statura
- Otteniamo sicuramente una modificazione positiva dello stato di salute
- Lo sviluppo di tronco e addome avranno funzione preventiva verso atteggiamenti viziati tipici dell’età
- Il miglioramento fisico genera autostima.
Ovviamente tutto ciò lo otteniamo solo e soltanto se il personale che troviamo in palestra saprà come comportarsi, cosa proporre e riuscirà a fare una valutazione oggettiva dell’atleta in esame.

Procedere con gradualitàLa prima domanda può essere: utilizziamo macchine o pesi liberi? La tabella 1 chiarisce quali sono i vantaggi e gli svantaggi. Come sempre consiglio di scegliere cosa usare in base al soggetto, alle sue caratteristiche e al grado di esperienza e allenamento. Ad un principiante che si approccia per la prima volta alla sala pesi suggerisco l’utilizzo di macchine guidate.

È anche importante sapere che i parametri fisiologici si muovono come segue:
- Resistenza aerobica: migliora molto nelle bambine tra i 7/10 anni, si stabilizza e migliora più gradualmente attorno ai 20 anni.
- Potenza: incrementa fino a 20 anni.
- Forza esplosiva: c’è un incremento notevole tra 12 e 15 anni, in precedenza cresce poco e in modo molto graduale.
- Forza resistente: qualità che si manifesta tardivamente.
Già queste indicazioni sono importanti per gestire l’allenamento dei nostri piccoli atleti.
Attorno ai 10/14 anni abbiamo lo sviluppo delle caratteristiche di velocità: è in questo momento che si può inserire un buon allenamento anche di palestra, perché attraverso i miglioramenti muscolo/scheletrici andremo a migliorare tutte le altre componenti. Durante l’allenamento il peso non dovrebbe mai superare il 70% della ripetizione massimale.
Ogni parte del processo di sviluppo ha le sue fasi sensibili che possiamo distinguere come segue:

Modulare gli allenamentiLe caratteristiche degli allenamenti dovranno essere:- Movimenti veloci ed esplosivi alternati a fasi a più bassa intensità.- Recuperi completi: questo è un elemento importantissimo.- Se e quando possibile, eseguire movimenti a carico libero (manubri, bilancieri e piccole resistenze).- Controllo degli atteggiamenti posturali: attuare eventuali protocolli di lavoro per contrastare atteggiamenti di iperlordosi o ipercifosi, scoliosi ecc. Il tutto in collaborazione con il medico.- Proponiamo sempre allenamenti che possano sviluppare sia le capacità condizionali che quelle coordinative.- Allenamenti senza specializzazioni precoci, troppo spesso presenti soprattutto negli sport di squadra: la specializzazione porta spesso allo sviluppo di paramorfismi per ipersollecitazione di alcuni muscoli rispetto ad altri. Una specializzazione precoce può anche comportare la perdita di interesse a causa della monotona ripetitività delle esercitazioni proposte.

Queste situazioni possono avere come conseguenza:- la stagnazione delle prestazioni, in quanto l’atleta possiede un ristretto bagaglio di schemi motori e quindi riesce ad operare solo in determinate situazioni standardizzate;
- la facilità di traumi all’apparato locomotore, in quanto il sistema muscolare presenta squilibri, spesso notevoli, tra i vari settori del corpo;
- soprattutto nelle discipline con gesto asimmetrico possono sorgere o accentuarsi gli atteggiamenti viziati e predisporre ai paramorfismi;
- l’abbandono precoce della disciplina praticata per mancanza di nuovi stimoli motori e psicologici.
Parlando ad esempio di forza, possiamo dire che Jablonowskij afferma che la forza:
- fino a 11 anni è insignificante: è quindi consigliato stimolare la forza sotto forma di gioco senza elementi di specializzazione;
- da 12 a 15 anni aumenta considerevolmente: si inizia a lavorare in modo più specifico e distrettuale, utilizzando esercizi che prevedono ad esempio l’utilizzo di palle mediche. Teniamo sempre e comunque presente il rispetto dello sviluppo armonico di tutta la struttura muscolo/scheletrica;
- da 15 a 18 anni ha uno sviluppo intenso: la specificità del programma può essere sempre più precisa rispetto all’eventuale altro sport praticato.
Da questi dati possiamo dedurre che il periodo dell’infanzia è particolarmente adatto allo sviluppo della forza tramite un giusto allenamento. È scontato dire che un occhio particolare va dato alla postura del soggetto durante l’esecuzione dei movimenti. Atteggiamenti scorretti comportano in genere carichi articolari notevoli con conseguenti problemi.

Le fasi dell’allenamentoLe prime due fasi dell’allenamento si occupano di ginnastica formativa, mentre la terza fase è quella più specifica. L’allenamento dovrà prevedere un riscaldamento, una fase centrale e un defaticamento. Tutte le fasi sono assolutamente importanti e da rispettare. Un buon riscaldamento è alla base di un buon allenamento e soprattutto evita spiacevoli infortuni dovuti al fatto che muscoli e articolazioni non sono pronti ad assorbire determinati movimenti. Un buon defaticamento permette un miglior recupero muscolare e articolare, evitando di affrontare l’allenamento successivo con i muscoli ancora carichi di tossine. Importante è fare apprendere le corrette tecniche di sollevamento e la giusta respirazione (è vietato eseguire esercizi in apnea), e limitare il numero delle sedute settimanali a due per permettere ai giovani di dedicarsi ad altre attività e soprattutto avere il loro tempo libero. Fate eseguire gli esercizi in tutta l’escursione articolare possibile. In questo modo, oltre ad ottenere una maggiore efficacia dall’esercizio, viene mantenuta l’elasticità e la lunghezza ottimale dei muscoli e dei tendini. Inizialmente consiglio un numero di ripetizioni pari a circa 15, per consolidare bene l’esecuzione del movimento con carichi bassi. Va evitato che vengano eseguiti esercizi fino all’affaticamento, a causa dei rischi che si possono produrre per le strutture articolari e lo sviluppo osseo. È bene eseguire, all’inizio ed alla fine di ogni seduta di allenamento, opportuni esercizi di stretching. Questo consente di mantenere una buona estensibilità muscolare ed una mobilità ottimale delle articolazioni e insegna al ragazzo l’importanza di questa attività troppo spesso trascurata o male eseguita. Lo stretching nello sport è fondamentale, ma di questo magari ne parleremo in altro momento. A mio parere, gli allenamenti in sala fitness dovrebbero iniziare con la metodica a circuito per una serie di motivi: primo motivo, molto importante, è che questa metodica è divertente, cosa fondamentale quando si ha a che fare con ragazzi di 10/11 anni. Altra motivazione riguarda la multilateralità degli stimoli, ad esempio forza e dimagrimento nello stesso allenamento. Successivamente, con l’avanzare dell’età e dell’esperienza, e magari con l’aumento della passione, potete inserire la metodica con esercizi a serie e ripetizioni. La scelta sarà effettuata dopo un’attenta analisi del soggetto, tenendo presente età, grado di preparazione, problemi fisici, motivazione che lo ha spinto a venire in sala fitness, carattere ecc. Ogni persona deve capire che i centri fitness non sono vietati ai minori, a patto che all’interno di essi ci siano istruttori preparati e adatti a trattare con ragazzi giovani.

Alcuni esempiOra passiamo alla pratica e vediamo alcuni esempi di circuiti da proporre a soggetti giovani che si accingono a frequentare la sala fitness.Gestire bene i carichi e curare bene l’esecuzione dei movimenti è fondamentale, così come rispettare la tappe della crescita.

Con le indicazioni che trovate nelle varie tabelle e nell’articolo si possono sviluppare altri mille allenamenti rendendoli sempre più adatti al soggetto e alla sua età o ai suoi desideri, oppure sempre più adatti e funzionali allo sport praticato. Ricordatevi sempre che non è l’età del soggetto a fare danni, ma le conoscenze di chi gestisce il soggetto.

Manuele Mazza



    sabato 1 agosto 2015

    TECNICA DIDATTICA PER L'ALLENAMENTO DELLA RICEZIONE




    Il lavoro tecnico realizzato in questo e-book é dedicato particolarmente agli allenatori del settore giovanile, femminile ponendo quasi come obiettivo assoluto, l'analisi e l'esecuzione del gesto tecnico di bagher. All'interno, oltre ad una descrizione sulla tecnica specifica, troverete spunti di riflessione per creare percorsi didattici su base scientifica che potrete utilizzare sia per l'allenamento della ricezione sia per l'apprendimento di altri fondamentali individuali. Inoltre ci sono una a serie di schede per esercitazioni a carattere analitico, sintetico e globale con una grafica semplice ma estremamente innovativa. Il lavoro è realizzato da Stefano Lorusso. Il file completo lo potete scaricare dal mio sito all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/home. Spero, come sempre che possiate utilizzare questo materiale per migliorare il percorso formativo sia vostro sia delle vostre atlete. Buona lettura.  Stefano Lorusso.






    martedì 30 giugno 2015

    LA VIDEOANALISI, METODO DI VALUTAZIONE
    DEL MOVIMENTO

    Buona Giornata amici, oggi vi propongo una ricerca dell'Università degli studi di Pavia 
    sulla video analisi associata al movimento 
    e all’apprendimento.
    Il file completo lo potete trovare nell'ome Page del mio sito PROFFESSIONAL COACH all'indirizzo http://sites.google.com/site/professionalvolley/home
    Buona lettura. Stefano Lorusso.