LA PROGRAMMAZIONE
LA QUALITÀ DEL LAVORO È PIÙ IMPORTANTE
DELLA QUANTITÀ
Probabilmente questa affermazione è in controtendenza con i principi fondamentali dell'allenamento " il volume di allenamento è il fattore riconosciuto oggettivamente come unico correlato all'efficacia formativa e didattica (l'efficacia didattica nella pallavolo è correlata al numero di ripetizioni"
È chiaro che il volume di allenamento è importante, ma dev'essere sempre correlato alla qualità del lavoro.
Il consiglio è di investire del tempo nella pianificazione, degli obiettivi che ti prefiggi a breve, medio e lungo termine. Possiamo creare un semplice elenco dei tre passi necessari per raggiungere un obiettivo:
1. Informazione.
2. Pianificazione.
3. Azione
Senza pianificazione è difficile raggiungere dei risultati. Quando inizi un percorso di formazione, fatti sempre la domanda: so dove voglio arrivare, e so come arrivarci? Se la risposta è no, fermati: devi pianificare di più. Prendi gli obiettivi che vorresti raggiungere e scrivili uno sotto l'altro, poi prendi una penna e dagli un voto da 1 a 5 dove 1 è “questo obiettivo per me è meno importante”, e 5 “questo obiettivo è al centro dei miei pensieri.” In questo modo dividerai ogni obiettivo per importanza e potrai decidere
Un obiettivo deve essere definito con precisione sia spaziale che temporale. L'obiettivo deve essere definito perché devi poterlo misurare: "di più" se è troppo vago, non ti da un punto di arrivo sul quale misurare i risultati.
Se vuoi che un obiettivo sia ben definito, deve essere anche pratico. L'obiettivo deve essere un'azione, non uno stato. Tu vuoi fare qualcosa, non essere qualcosa o diventare qualcosa.
Come ho scritto nel precedente elenco l'informazione è l'elemento principale per poter costruire un piano di lavoro su base scientifica. Sistemi empirici derivanti solo da esperienze passate "magari da giocatore" sono sconsigliati.
Un allenatore deve avere conoscenze su tre livelli:
1 Fisico - motorio
2 Tecnico - Tattico
3 Psicologico - Coaching Sportivo
Un sistema sia per migliorare il proprio bagaglio culturale nel campo dell'allenamento sia per formulare correttamente un obiettivo creando un proficuo piano di allenamento è attraverso le mappe concettuali.
Cosa sono le mappe concettuali?
La mappa concettuale è la rappresentazione grafica di un concetto, una informazione o una conoscenza. Fu teorizzata da Joseph Novak negli anni settanta.
Le mappe servono per rappresentare in un grafico le proprie conoscenze intorno ad un argomento specifico secondo un principio cognitivo di tipo costruttivista, per cui ciascuno è autore del proprio percorso conoscitivo all'interno di un contesto, e mirano a contribuire alla realizzazione di apprendimento significativo, in grado cioè di modificare davvero le strutture cognitive del soggetto e contrapposto all'apprendimento meccanico, che si fonda sull'acquisizione mnemonica. Le teorie del prof. J. D. Novak sono infatti fortemente collegate a quelle di David Ausubel.
Utili accorgimenti per realizzare una mappa concettuale sono i seguenti:
individuare chiaramente la "domanda focale", ovvero il tema che si sta descrivendo e che circoscrive l'ambito di analisi, ad esempio "su cosa devo lavorare per migliorare la ricezione punto della mia squadra"
svilupparla per quanto possibile dall'alto verso il basso, considerando le relazioni trasversali una eccezione;
adottare una logica di realizzazione di tipo connessionista: prima avviene l'identificazione dei concetti, poi la creazione delle relazioni associative tra di essi;
riuscire a collegare i diversi argomenti in modo chiaro e corretto.
PROPOSTA PER LA PROGRAMMAZIONE DELL'ALLENAMENTO PER LA RICEZIONE - ATTACCO
.
Questa mappa è stata realizzata personalmente con un'applicazione specifica scaricabile gratuitamente sia su iPad sia su computer.
Penso sia un sistema di analisi e programmazione molto utile, che chiarisce i concetti che intendiamo sviluppare in allenamento. È importante che per ogni elemento e relativo collegamento ci sia la dovuta conoscenza della materia. La base per una buona programmazione è la formazione.
Molti colleghi mi chiedono di dare indicazioni su esercizi per migliorare la ricezione, la coordinazione, ecc..
Penso che, come dice una metafora sia più importante imparare a coltivare la terra "anche se più faticoso" che avere per una volta il prodotto finito. Così vale anche per la programmazione degli allenamenti e degli esercizi.
Se non conosciamo il modello prestativo ad esempio per l 'Under 12 con riferimento al bagher per la categoria in oggetto e i relativi collegamenti per migliorare la performance in partita non riusciremo ad ottenere i risultati voluti.
La domanda che mi sono posto quando ho partecipato al primo corso per diventare allenatore è stata:
Che cos'è una capacità coordinativa e come si allena? Cos'è una capacità condizionale, come si produce uno stimolo e come un atleta reagisce a quello stimolo.
Allora l'ausilio del computer era allo stato "primordiale" mentre c'erano parecchi libri che trattavano, la materia ma vi assicuro mi sembravano molto difficili da mettere in pratica.
Con il tempo, studiando, osservando i migliori allenatori del settore giovanile, partecipando alle varie collegiali delle nazionali Pre-Juniores e Juniores sperimentando ho cominciato ad ottenere qualche risultato.
Vi assicuro per mia caratteristica ho sempre provato a costruire esercizi, prendendo spunto da altri allenatori ma inserendo sempre qualcosa che avevo imparato, studiato. Per concludere ripeto che la formazione è basilare.
Estrapolando alcune parti della mappa utilizzata come esempio penso che l'elemento che limita la performance, soprattutto nelle prime categorie giovanili è il bagher. Ho già trattato l'argomento nei post precedenti, ma cercherò attraverso una mappa successiva di chiarire qual'è l'anello debole nella catena didattica per l'apprendimento del bagher con particolare riferimento alla ricezione.
Osservando lo schema, possiamo dedurre che per allenare, meglio costruire questo fondamentale individuale, bisogna lavorare su più aspetti. La scelta del modello prestativo, l'aspetto fisico e motorio e inserirei anche gli stimoli motivazionali, più semplici da dare ad esempio per l'attacco.
Durante le partite, soprattutto dei campionati under 12/13 con particolare riferimento a quelli femminili, sento gli allenatori a gran voce, dire alle proprie atlete: "Piega le gambe, Stai bassa, muoviti veloce, ecc..." Io nella mia testa penso, ma cosa hai fatto in allenamento? E probabilmente la bambina penserà insegnami come devo,fare.
Credo ad esempio che l'elemento forza degli arti inferiori può essere uno degli anelli deboli nella costruzione del fondamentale di BAGHER per la ricezione. Se analizziamo la tecnica, notiamo che ci sono due fasi durante l'azione, una eccentrica "con piegamento delle gambe" una concentrica "con parziale distensione delle gambe" è la spinta delle caviglie per uscire dalla posizione dando qualità al gesto tecnico. Per eseguire correttamente l'intero movimento è necessario avere una buona muscolatura a livello del quadricipite, da allenare sia in forma dinamica, sia isometrica. Ad esempio esercizi a carico naturale come il mezzo squot dinamico, o mantenendo la posizione in isometria sono molto utili. Andature in quadrupedia, "leprotto" ecc.. All'interno del blog potete trovare dei video e sul sito all'indirizzo https://sites.google.com/site/professionalvolley/home nella cartella dedicata agli esercizi una serie di spunti per l'allenamento del BAGHER. Spero di aver dato un contributo per approfondire e migliorare il lavoro di programmazione, anche se noioso ma fondamentale. Arrivederci al Prossimo Post. Buon Lavoro.
Stefano Lorusso.